L'addio

L'ultimo saluto al comandante Nocera: "Schivo di onori, era pago solo di aver servito i cittadini" FOTO

A Crema oggi pomeriggio i funerali del comandante della Locale trovato privo di vita nella giornata di sabato.

L'ultimo saluto al comandante Nocera: "Schivo di onori, era pago solo di aver servito i cittadini" FOTO
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Un addio doloroso e attonito, quello tributato oggi pomeriggio ad Antonio Nocera, il comandante della Polizia locale di Treviglio trovato morto sabato mattina, nella sua abitazione di Crema. Come riporta Prima Treviglio, aveva 52 anni e da alcuni mesi lottava contro una malattia degenerativa inguaribile, per la quale i medici gli avevano prospettato un decorso rapido, irreversibile e doloroso. Una tragedia che ha sconvolto Treviglio e l’intera Bassa, tanto che il sindaco Juri Imeri ha indetto tre giorni di lutto cittadino.

L'ultimo saluto al comandante Nocera

Sono stati i colleghi, in divisa, a portare la bara sormontata da un corona di fiori rossi e bianchi attraverso il silenzio irreale della piazza di San Bernardino. Una piazza popolata da centinaia di divise, strette nel dolore attorno agli amici e ai familiari attoniti.

Lacrime e commozione da parte dei colleghi del Comando di Treviglio, in primis, e delle Forze dell’ordine della Bassa. Trevigliese d’adozione, erano ormai dodici anni che Nocera guidava il comando dei Vigili con una passione infinita e una dedizione umana e profonda, lontana dalle luci della cronaca. Ma alle sue spalle aveva una lunga carriera improntata sempre, in diverse forme, al servizio alla comunità. Prima come vicesindaco e assessore di Casaletto Vaprio, paese in cui aveva vissuto, e poi come vicecomandante della Locale a Crema.

Nel terzo e ultimo giorno di lutto cittadino, sono stati in molti a Treviglio a raggiungere Crema per l’estremo saluto al comandante. In prima fila il sindaco Juri Imeri, accompagnato da diversi colleghi della Bassa tra cui Claudio Bolandrini di Caravaggio, Beatrice Bolandrini di Brignano e Luigi Rozzoni di Castel Rozzone. Presenti anche folte rappresentanze dei Carabinieri, della Polizia di Stato e di tutte le Forze dell’ordine del territorio, oltre che volontari delle associazioni del soccorso, delle associazioni d’Arma e della società civile.

Aveva il sorriso dei giusti

Antonio Noceera
Antonio Noceera

“Competente, equilibrato, disponibile, stimato, dedito al lavoro. Un grande. Giusto e sorridente. Ho ricevuto centinaia di messaggi in memoria di Antonio, in questi giorni. Il suo ruolo di comandante non era quello di chi comanda, ma di chi dà l’esempio – Così l’ha ricordato dall’altare il sindaco Imeri, che a Nocera recentemente aveva affidato oltre alla Polizia locale anche la responsabilità dei Servizi alla persona – Antonio è stato un servitore dello Stato assolutamente rispettoso della divisa, un efficiente responsabile, sempre attento e puntuale. Sapeva ascoltare, sapeva mediare. Era un “grande” capo, che non abbandonava mai la nave, ed è stato un prezioso collaboratore, per chi come me alcuni anni fa si affacciava per la prima volta all’Amministrazione. Una bella persona, nel senso più grande. Un punto di riferimento per la comunità e un amico”.

“Schivo di onori, era pago solo di aver servito i cittadini”

A celebrare la funzione, insieme al parroco di Treviglio monsignor Norberto Donghi, il parroco di San Bernardino don Lorenzo Roncali.

“Antonio ha prestato servizio in tanti Comuni, da Casaletto Vaprio a Treviglio, lavorando a progetti destinati ad accogliere tutti – così il sacerdote nell’omelia – Era attento alle necessità dei suoi abitanti, specie degli anziani, dei bambini e chi si trovava in difficoltà. Oggi siamo qui a riconoscergli la nostra stima e gratitudine per quello che ha fatto. A volte lo abbiamo forse dato per scontato ma il suo ruolo è stato decisivo e schivo di onori. Era pago solo di aver servito i cittadini”.

“Non abbiate paura di dire che vi manca”

“Carissime Laura e Veronica, vostro marito e papà non c’è più – ha proseguito, rivolgendosi alla famiglia – Oggi vorremmo trovare una parola che ridesti la vostra speranza, a guardare al futuro con fiducia. Noi non siamo abbandonati al caso, il nostro percorso non è un vagare senza meta. Tutto ciò che oggi facciamo fatica a capire, un giorno scomparirà per sempre. Un giorno la nostra esistenza non sarà più in balia della malattia o delle sofferenze terrene. La presenza di vostro padre, marito, la potete perdere, come la sua voce o il suo profumo, ma ciò che avete preso da lui non lo perderete mai. In questi giorni la sua bara è stata travolta di fiori, soprattutto bianchi. Pensate a vostro papà in cielo che raccoglie fiori, che stanno già crescendo. E ogni giorno li raccoglierà. Non abbiate paura di dire che vi manca, lui è sempre con voi”.

Il saluto e le sirene spiegate

Fuori dalla chiesa, ad attendere il feretro c’erano le auto delle Polizie locali della Bassa, a sirene spiegate. Sull’attenti, i colleghi provenienti da decine di comandi di tutta la pianura bergamasca, cremasca e milanese gli hanno tributato l’ultimo saluto.

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