L'udienza il 20 gennaio

Riaperto il caso sulla morte di Sabrina ma la pm ha chiesto la condanna di Pasini per omicidio

Il pubblico ministero non ha dubbi e ha chiesto la condanna di Pasini a trent'anni di carcere ma i giudici hanno riaperto il caso.

Riaperto il caso sulla morte di Sabrina ma la pm ha chiesto la condanna di Pasini per omicidio
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Il pubblico ministero e l'accusa hanno chiesto la condanna di Pasini per omicidio ma i giudici hanno riaperto il caso per ricostruire ancora una volta le dinamiche.

Pasini nega di averla uccisa

La corte ha riaperto il caso di Sabrina Beccalli, la donna che morì a 39 anni la notte di ferragosto del 2020. Quello di Sabrina è un omicidio complicato, le indagini sono state ricche di colpi di scena. Qualche giorno dopo la scomparsa fu trovata una Panda bruciata con all'interno dei resti umani, erano le ossa della vittima.

L'imputato accusato dall'inizio dell'omicidio è Alessandro Pasini. Quella sera il 45enne si trovava con Sabrina a casa dell'ex fidanzata a Crema in via Porto Franco. Una vicina di casa aveva dichiarato di aver sentito delle urla di aiuto provenire dall'appartamento nella notte. Ma Pasini ha sempre negato di averla uccisa.

Uno scorcio della via dove è morta Sabrina:


Durante l'investigazione sono state esaminate più piste, quella di un raptus che potrebbe aver fatto scattare l'imputato. L'indagato aveva dichiarato anche che Sabrina aveva assunto delle droghe ma nell'abitazione non c'erano tracce. Inizialmente si pensava che il movente fosse il rifiuto della Beccalli delle avances sessuali di Pasini. L'indagine ha preso diverse pieghe.

L'unica certezza è che a bruciare l'auto con dentro il cadavere di Sabrina è stato proprio Alessandro Pasini perché lui stesso lo ha ammesso. Nel corso del processo, l'imputato era stato assolto in primo grado nel tribunale di Cremona ma condannato per distruzione di cadavere a sei anni di reclusione. Ieri era attesa la sentenza ma il caso è stato riaperto.

Sabrina Beccalli e Alessandro Pasini

La pm chiede trent'anni di carcere

Ieri mattina si è svolto il processo d'appello a Brescia sulla morte di Sabrina Beccalli e dopo due ore, il tribunale ha scelto di non emettere la sentenza. La decisione è quella di convocare l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, i medici che hanno eseguito le analisi sui resti del cadavere bruciato, i carabinieri del Ris che hanno eseguito le ricerche nella casa, la testimone che ha sentito le urla e il perito della difesa.

Tutti loro, compreso l’imputato, sono stati convocati il prossimo 20 gennaio per essere nuovamente interrogati. Il giallo è ancora troppo fitto per i giudici che hanno deciso di riaprire il caso e ascoltare tutte le persone coinvolte. Durante l'udienza il pubblico ministero Anna Emilia Caccamo ha sottolineato la gravità delle azioni di Pasini.

Il 45enne ha pur sempre depistato le indagini per evitare di essere incolpato della morta di Sabrina. La pm non ha dubbi neanche sulla sua colpevolezza, ha chiesto infatti di condannare Pasini a trent'anni di carcere per omicidio che con il rito abbreviato diventano venti. L'avvocato dell'accusa della famiglia Beccalli ha concordato con la tesi del pubblico ministero.

Pasini accompagnato in tribunale dalla polizia penitenziaria

L'accusa non ha dubbi ma anche la difesa ha delle basi che probabilmente sono state sufficienti per riaprire l'indagine. I due difensori di Pasini hanno sottolineato che non ci sono prove che il loro assistito abbia ucciso Sabrina. Inoltre hanno evidenziato come fin dal primo interrogatorio il 45enne non abbia mai nascosto di aver bruciato il corpo della vittima.

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