L'operazione della GdF

Oscurati oltre 5mila siti illegali e canali Telegram: 15 indagati percepivano il reddito di cittadinanza VIDEO

15 degli indagati, pur lucrando ingenti somme dalla propria attività illecita, percepivano il reddito di cittadinanza.

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Oscurati oltre 5mila siti illegali canali Telegram di live streaming e canali Telegram che trasmettevano illecitamente contenuti protetti: 15 degli indagati percepivano il reddito di cittadinanza. A riportarlo è Prima Milano Ovest

“The perfect storm”

Il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, in sinergia con un’aliquota di personale altamente specializzato appartenente al Servizio di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni della Polizia di Stato, nell’ambito del procedimento penale presso la Procura della Repubblica nel Tribunale Ordinario di Napoli, ha concluso una importante operazione di contrasto al fenomeno della pirateria audiovisiva attraverso la trasmissione non autorizzata su rete internet denominata “The perfect storm”. 

La complessa attività di indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica Giovanni Melillo e diretta dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Piscitelli e dal Sostituto Procuratore Valeria Sico, si è avvalsa dei canali di cooperazione giudiziaria internazionale tramite l’Agenzia Europea Eurojust, mediante il desk italiano, diretto dal Procuratore Filippo Spiezia, coadiuvato dai Sostituti Procuratori Aldo Ingangi e Angela Continisio. Alle operazioni ha partecipato inoltre un’aliquota di personale altamente specializzato appartenente al Servizio di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni della Polizia di Stato, che ha fornito il proprio prezioso supporto tecnico alle ponderose attività di digital forensics presso le principali centrali di ritrasmissione del segnale pirata.

Oscurati oltre 5mila siti illegali e canali Telegram

In contemporanea con la riproduzione di numerosi eventi on demand, tra cui partite di calcio dei principali campionati europei, centinaia di migliaia di incauti utenti che avevano stipulato contratti di abbonamento con le IPTV pirata, hanno all’improvviso visualizzato sui propri dispositivi un pannello che li avvertiva che il sito tramite il quale stavano illegalmente visionando il programma era stato sottoposto a sequestro. La Guardia di Finanza infatti, in esecuzione di provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, a partire dal pomeriggio del 6 novembre 2020, ha gradualmente portato a termine attività tecniche preliminari di monitoraggio  che consistono nel progressivo spegnimento da remoto delle piattaforme, dei server e delle smart card utilizzate dai pirati, nonchè nell’oscuramento dei siti web e dei canali Telegram dediti alla vendita e riproduzione dei contenuti dell’IPTV illegale.

Le preliminari attività hanno consentito il sequestro e l’oscuramento di oltre 5.500 risorse informatiche tra server di trasmissione, piattaforme di gestione, siti vetrina e siti di live streaming, oltre a 350 canali Telegram: in seguito a tale attività, come previsto, i responsabili dell’organizzazione, per rendere comunque possibile la trasmissione dei contenuti illegali alla propria clientela, sono stati costretti a palesare le ulteriori risorse di backup già predisposte per fronteggiare eventuali azioni repressive.
Tale azione di preliminare oscuramento e successivo monitoraggio, ha così consentito di individuare altri 350 siti vetrina e 370 canali Telegram. Queste risorse sono state quindi oggetto di un nuovo sequestro d’urgenza disposto dalla Procura, che ha azzerato ogni residua possibilità in capo all’organizzazione di riprodurre contenuti video in violazione delle norme poste a tutela del diritto d’autore.

15 degli indagati percepivano il reddito di cittadinanza

Nel corso dell’Action Day, fissato contemporaneamente in tutti i Paesi coinvolti nella giornata di ieri, martedì 10 novembre, è stata quindi complessivamente data esecuzione ad una misura di custodia cautelare in carcere in Italia; ad un provvedimento di sequestro e confisca per quasi 11milioni nei confronti di 23 indagati con contestuale esecuzione di perquisizioni in Italia ed all’estero; un provvedimenti di sequestro di oltre 5.500 risorse informatiche utilizzate dall’organizzazione per la diffusione e la vendita illegale di contenuti in violazione del diritto d’autore ubicate in territorio nazionale ed in ognuno dei Paesi esteri che ha fornito la propria collaborazione; 30 decreti di perquisizione e sequestro presso le centrali di ritrasmissione del segnale pirata in Italia ed all’estero; 100 perquisizioni domiciliari e locali nei confronti dei principali re-sellers italiani; un provvedimento di sequestro di 334 account PayPal destinati alla raccolta dei profitti dell’attività illecita e infine perquisizioni e sequestri di attrezzatura e denaro o altre utilità in 12 paesi europei, tra cui Malta, Spagna, Germania, Bulgaria, Grecia, Lituania, Slovenia, Svezia, Belgio, Romania, Olanda e Francia.

Indagini condotte mediante innovativi strumenti tecnologici

Le indagini sono state condotte mediante innovativi strumenti tecnologici tra i quali un sofisticato software di Intelligenza Artificiale per l’analisi dei Big Data; tali risorse software, oltre a permettere di individuare ogni membro dell’associazione indagata, hanno anche consentito di identificare l’intera rete dei re-sellers operanti nel territorio nazionale, nonché l’elenco completo dei dati identificativi degli illeciti utilizzatori in ambito mondiale.
Le attività sono state svolte sull’intero territorio nazionale ed in altri 12 Paesi membri con il coordinamento dell’Agenzia Europea Eurojust ed in ulteriori 5 Paesi extra UE (USA, Regno Unito, Russia, Ucraina e Svizzera) mediante l’attività di raccordo info-operativo svolta dal II Reparto del Comando Generale del Corpo ed hanno richiesto l’intervento di oltre 600 finanzieri appartenenti a 91 diversi Comandi territoriali del Corpo e oltre 300 appartenenti ai collaterali esteri.

Un sistema articolato

Le indagini hanno permesso di identificare un sistema articolato, a carattere piramidale, rappresentato da piattaforme informatiche di ultima generazione, alimentate simultaneamente da numerose “sorgenti di contenuti” ubicate in Europa e finalizzate alla trasformazione dei segnali audiovideo protetti da diritto d’autore riconducibili alle principali pay TV e servizi c.d. ‘Over The Top’ (Netflix, DAZN, Disney+), in flussi dati sistematicamente redistribuiti attraverso Server identificati in data center collocati in tutto il mondo.
Attraverso questa tecnica, i criminali informatici, a fronte di transazioni economiche disposte anche attraverso criptovalute, erano in grado di alimentare migliaia di servizi illegali di IPTV, nonché servizi web di live streaming, applicazioni mobili e canali Telegram.
Allo scopo di illustrare compiutamente l’aspetto dimensionale ed internazionale dell’operazione, va sottolineato anche l’impatto senza precedenti che l’operazione “THE PERFECT STORM” riverbera sulla platea mondiale dello streaming illegale, atteso che, al momento, per difetto – fermo restando che dati più circostanziati e completi saranno disponibili a seguito dell’esame delle numerosissime risorse che sono state sottoposte a sequestro, sono stati già individuati oltre 50 milioni di utenti, dei quali circa 5 milioni solo in Italia.

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