Si è costituito il settimo uomo della banda dei bancomat ricercata dai carabinieri tra Cremona e Foggia; tutti i membri sono ora in carcere con accuse di associazione a delinquere, furti e utilizzo di esplosivi. L’indagine partita da un colpo fallito a Cella Dati nel mese di febbraio.
Il settimo uomo si è costituito
Si è consegnato ai carabinieri il settimo componente della banda dei bancomat, l’unico sfuggito al blitz scattato all’alba di giovedì 6 novembre 2025. Nel pomeriggio, intorno alle 17, l’uomo si è presentato spontaneamente alla Stazione Carabinieri di Foggia Principale, accompagnato dal proprio legale di fiducia.
Le accuse
Per lui le accuse sono pesanti: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di tipo predatorio ai danni di sportelli bancomat — con l’utilizzo di esplosivo — e di aziende. Dopo la notifica dell’atto del giudice, è stato trasferito nella casa circondariale di Foggia.
Sette arresti
L’operazione, coordinata dalla Procura di Cremona e condotta dai carabinieri del Comando provinciale in collaborazione con i colleghi pugliesi, rappresenta la conclusione di un’indagine avviata lo scorso febbraio e ancora in parte in corso. La Procura, ritenendo elevata la pericolosità dei membri del gruppo e la spregiudicatezza delle loro azioni, ha richiesto e ottenuto dal Gip di Cremona la custodia cautelare in carcere per sette persone.
Sei di loro sono stati rintracciati e arrestati tra la notte e le prime ore del mattino di giovedì, mentre il settimo, ormai braccato, ha preferito costituirsi sapendo che la fuga aveva le ore contate: i militari avevano già bussato alle porte di casa sua e di amici e parenti.
I sequestri
Durante l’esecuzione delle misure cautelari, sono stati eseguiti anche decreti di perquisizione nei confronti di tutti gli arrestati e di altri quattro indagati — tutti con precedenti penali e specializzati in furti, assalti a bancomat e ricettazione di veicoli rubati. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di numerosi cellulari, sim card, radio ricetrasmittenti, due disturbatori di frequenze (jammer), una sega circolare a motore, un manufatto in ferro (“marmotta”) privo di innesco e diversi arnesi da scasso.
Le indagini erano partite dopo il tentativo di assalto fallito allo sportello bancomat di Cella Dati, nel Cremonese, avvenuto nel febbraio scorso.