Cà del Ferro

Carcere Cremona, donna tenta di introdurre droga nascondendola in un calendario

Lo stupefacente era stato occultato nelle stecche che sorreggono il calendario.

Carcere Cremona, donna tenta di introdurre droga nascondendola in un calendario
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Cremona, donna tenta di introdurre droga in carcere nascondendola in un calendario: fermata dalla Polizia Penitenziaria.

Tenta di introdurre droga nel carcere di Cremona

Si era presentata in carcere a Cremona per sostenere un colloquio con il familiare detenuto, ma la Polizia Penitenziaria ha scoperto il suo tentativo di introdurre dello stupefacente. E’ successo ieri e a dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, per voce del Segretario regionale della Lombardia Alfonso Greco che esprime “vivo apprezzamento per la sagacia e la professionalità dei poliziotti penitenziari in servizio nel carcere di Cremona, sempre in prima linea nel contrasto alle attività illecite ed alla diffusione di droga”.

Hashish nascosta nel calendario

Greco spiega che “durante l’ingresso per i colloqui, la donna ha tirato fuori dal pacco un calendario da consegnare al proprio famigliare detenuto ma la poliziotta addetta ai pacchi ha notato qualcosa di strano: nell’analizzare attentamente il calendario, ha scoperto infatti che nelle stecche che sorreggevano lo stesso vi erano nascosti alcuni grammi di sostanza stupefacente di tipo hashish. La donna è stata segnalata all’Autorità competente. Plauso del SAPPE al personale di polizia penitenziaria di Cremona per la sagacia, l’attenzione e la professionalità dimostrate. Sono oramai svariati i tentativi per occultare droga e telefonini e introdurli poi all’interno degli istituti penitenziari: ma il personale di polizia penitenziaria, pur senza l’ausilio di adeguati mezzi, è sempre più professionale nel rinvenimento di tutto ciò che non è legale e non è consentito introdurre nel carcere”.

Il narcotraffico in Italia

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ricorda che nella Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), che traccia l’andamento del narcotraffico in Italia e, di conseguenza, descrive il consumo di sostanze illecite da parte degli italiani, è emerso che “continua, per il terzo anno consecutivo, il trend crescente delle morti per overdose che, con un ulteriore incremento pari a 37 unità raggiunge quota 373, con un aumento dell’11,01% rispetto all’anno 2018. In oltre la metà dei casi, la causa del decesso è da attribuire al consumo di oppiacei (169 casi all’eroina, 16 al metadone, 1 al fentanil, e 1 alla morfina). Dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia sugli esiti fatali per abuso di droga, sono complessivamente 25.780 i morti causati dal consumo di stupefacenti. L’andamento in atto è un fenomeno estremamente preoccupante, sul quale gli analisti e gli esperti delle diverse discipline dovranno continuare ad interrogarsi per individuare le cause e porre un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio”.

Capece ricorda infine che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.

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