Altri due medici uccisi dal Covid in Lombardia, sale a 186 il numero dei camici bianchi morti per il virus
Si tratta di Alberto Gazzera e Vittorio Collesano, entrambi del Pavese.
Altri due medici uccisi dal Covid in Lombardia: come riporta Prima Pavia, si tratta di Alberto Gazzera e Vittorio Collesano.
Altri due medici uccisi dal Covid in Lombardia
Alberto Gazzera e Vittorio Collesano non ce l'hanno fatta. Avevano 70 e 72 anni ed entrambi sono stati uccisi dal Covid.
Gazzera è deceduto il 30 ottobre scorso. Dopo essere risultato positivo al Coronavirus e, a seguito dell'aggravarsi delle sue condizioni, da qualche giorno si trovava ricoverato nel reparto di rianimazione del San Matteo di Pavia. Si trovava in pensione solo da due mesi e per anni aveva lavorato come medico di base a Mortara, in Lomellina.
Collesano, originario della Bergamasca, da tempo risiedeva a Pavia, oltre che chirurgo era professore di Gnatologia e protesi dentaria all'Università di Pavia: è deceduto il giorno dopo Gazzera, sabato 31 ottobre 2020. Così lo ricordano gli studenti sulla pagina Facebook Odontoiatria - Università di Pavia: "La Sezione di Odontoiatria si unisce al dolore della famiglia per l’inaspettata perdita del Prof. Vittorio Collesano, già Ordinario di Protesi e fondatore del corso di laurea di Igiene Dentale".
Il triste elenco
A tenere il conto dei medici scomparsi a causa del Covid è la FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Chirurghi e degli Odontoiatri. Un triste elenco che conta ben 186 nomi da inizio pandemia.
“I morti non fanno rumore, non fanno più rumore del crescere dell’erba, scriveva Ungaretti – commenta il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli -. Eppure, i nomi dei nostri amici, dei nostri colleghi, messi qui, nero su bianco, fanno un rumore assordante. Così come fa rumore il numero degli operatori sanitari contagiati, che costituiscono ormai il 10% del totale. Non possiamo più permettere che i nostri medici, i nostri operatori sanitari, siano mandati a combattere a mani nude contro il virus. È una lotta impari, che fa male a noi, fa male ai cittadini, fa male al paese”.
“Nell’elenco – spiega il Presidente – si è deciso di includere tutti i medici, pensionati o ancora in attività, perché per noi tutti i medici sono uguali e uguale è il cordoglio per la loro perdita. Alcuni dei medici pensionati, inoltre, erano rimasti o erano stati richiamati in attività; alcuni di loro avevano risposto a una chiamata d’aiuto. Perché non si smette mai di essere medici, lo si resta sino in fondo e per tutta la vita”.
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