Omicidio Beccalli, il pm chiede 28 anni per Pasini
L'imputato si dichiara colpevole solo per la distruzione del cadavere (bruciato) ma non per la morte della povera 39enne.
Omicidio di Sabrina Beccalli, la 39enne uccisa a ferragosto 2020: il pubblico ministero Lisa Saccaro ha chiesto una condanna complessiva a 28 anni di reclusione per Alessandro Pasini, il 45 enne di Crema unico imputato per il delitto.
Contestabile il rito abbreviato
La richiesta era stata di 30 anni per omicidio e di 12 per gli altri reati (occultamento e distruzione di cadavere, falso e procurato allarme per aver tagliato un tubo del gas). Il rito abbreviato avrebbe portato comunque alla riduzione di un terzo della pena. Questa modalità, in teoria, non sarebbe contemplata per i reati più gravi come, appunto, l'omicidio e per questo ci si attende che la pubblica accusa possa contestare il provvedimento.
Si attende ora la decisione della Corte in merito. L'imputato, attualmente detenuto nel carcere di Monza, era presente all'udienza ed il suo legale ha confermato che egli si confessa colpevole solo per aver bruciato il corpo. Sabrina, secondo questa versione, sarebbe morta per overdose e Pasini nel panico avrebbe deciso di inscenare la scomparsa distruggendone il cadavere.
Le condizioni del cadavere
Dalle condizioni dei resti della vittima, d'altronde, non era stato possibile accertare con esattezza dinamica e cause della morte. Secondo la Procura il 46enne cremasco aveva condotto Sabrina nell’appartamento per avere rapporti sessuali. Ma in seguito ad una lite lui ne aveva provocato la morte ed aveva caricato sulla Fiat Panda il cadavere della vittima, dando fuoco all’automobile per occultare le tracce del delitto.
I fratelli della vittima (Simona, Teresa e Gregorio) e Omar, il figlio 16enne, sono parti civili rappresentati dall’avvocato Antonino Andronico. E' stata presentata una richiesta di risarcimento per un milione e 800mila euro. Se il giudice riconoscerà colpevole Pasini, questi soldi dovranno già essere ricompresi (e dovuti quindi) nella sentenza penale. Sempre che il patrimonio dell'omicida consenta di evadere la richiesta delle parti civili.