Vaccini anti-Covid, Moratti: "La ripartizione tenga conto anche del Pil della regione"
Il vicepresidente della Regione ha inviato una lettera al commissario straordinario all'emergenza, Domenico Arcuri, chiedendo che siano considerati quattro diversi parametri.
Gallera non c’è più e la sua sostituta all’assessorato al Welfare della Regione Lombardia non la sta “toccando piano”, per dirla in tono gergale. Lunedì 18 gennaio 2021, Letizia Moratti ha fatto una proposta sulla ripartizione delle dosi dei vaccini anti Covid alle singole regioni che fa molto discutere, per usare un eufemismo. L’assessore, anche alla luce dei ritardi alle forniture di Pfizer, ha chiesto infatti che la percentuale delle dosi sia determinata anche dal Pil della singola Regione.
Vaccini anti-Covid, Moratti: "La ripartizione tenga conto anche del Pil della regione"
Letizia Moratti ha inviato una lettera al commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, chiedendo che per la ripartizione delle dosi siano considerati quattro diversi parametri: densità abitativa, esposizione al virus, mobilità e contributo regionale al Pil nazionale.
«La vicepresidente Moratti sulla distribuzione dei vaccini ha chiesto una serie di integrazioni che mi sembrano estremamente coerenti e logiche e ascolteremo cosa ne pensa Arcuri», ha spiegato il presidente della Regione, Attilio Fontana.
Le critiche
Molte le critiche delle opposizioni. Ma è soprattutto il parametro del Pil che accende la discussione. Un parametro richiesto nero su bianco che alla vigilia delle prime vaccinazioni era rimasto relegato al rango di “provocazione” con la provocazione dell’europarlamentare Angelo Ciocca. Il leghista aveva infatti chiesto di dare il vaccino Covid ai lombardi perchè “economicamente valgono di più”:
“Non è giusto – aveva dichiarato – che i lavoratori lombardi, che contribuiscono in modo sostanziale al PIL italiano, si vedano scavalcati perché qualcuno vuole dare priorità ai ministeri romani”.
La replica del Ministro Speranza
Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha commentato così: «In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più».
"Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono.
In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più."
La "correzione"
«Il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid suggeriti nella lettera al commissario Arcuri, i cui contenuti saranno oggetto di un confronto in conferenza Stato-Regioni, non è legato al concetto di ricchezza, bensì alla richiesta di una accelerazione nelle vaccinazioni in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese», ha poi “corretto” l’assessore al Welfare.