"Troppi leoni da tastiera": il sindaco che non vuole social per il suo Comune
Il primo cittadino non intende piegarsi a quella che ha definito "maleducazione imperante".
I politici fanno letteralmente a gara per essere social, la pagina Facebook di un primo cittadino è ormai a pieno titolo la sua vetrina più consultata. Tutti tranne Giuseppe Lupo Stanghellini, avvocato 52enne sindaco di Monte Cremasco.
Niente social per il Comune
E se da una parte una pagina social garantisce effettivamente maggiore visibilità, è anche vero che può essere veicolo di informazione scorretta. Non da parte di chi la gestisce, bensì perché i social sono il luogo privilegiate per la circolazione di fake news. E' infatti sufficiente che un utente scriva una affermazione spacciandola per verità, anche se magari non lo è, e sicuramente ci sarà qualcun altro che la prenderà per buona, senza prendersi la briga di controllare. A questa fenomenologia del pressapochismo informativo si aggiunge anche lo sgradevole effetto "leoni da tastiera". Ovvero quella nutrita schiera di internauti che nascosti dallo schermo di casa si sentono autorizzati a travalicare i limiti di buona educazione, rispetto e buongusto scaricando veleni e insulti a destra e a manca. A fronte di tutte queste derive Stanghellini mette uno stop preventivo.
Troppa barbarie
"Troppi leoni da tastiera, troppa barbarie. Non sono così ingenuo da non sapere che la pagina Facebook sarebbe inondata, non tanto da corrette considerazioni da parte dei cittadini, bensì da attacchi, magari anche fondati, ma con modalità sbagliate. Uno butta il sasso e ne esce un putiferio. Il Comune è già dotato di una app, “Comune informa”, che tra l’altro paghiamo. Ogni informazione la mettiamo lì. Inoltre, l’amministrazione è sotto organico: sei impiegati, di cui due part- time e un vigile. Sono in grave difficoltà: chi curerebbe la pagina Facebook? Qui non siamo a Cremona o Crema".
Stanghellini ritiene che i leader troppo social siano una brutta abitudine: avviata da Obama negli Usa e da Renzi in Italia. E così il sindaco pretende che vi sia una modalità di comunicazione decorosa, sottolineando che non è sua intenzione "piegarsi alla maleducazione imperante".
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