Spese pazze, il sindaco denuncia la rimborsopoli agnadellese
Il consigliere di minoranza Mario Uberti, all'epoca assessore, intanto minaccia querele.
Spese pazze a d Agnadello. In Aula ieri sera il sindaco ha accusato il primo cittadino e un assessore della vecchia Giunta di aver utilizzato soldi pubblici per rimborsi spese non dovuti. E si annunciano querele.
Spese pazze denunciate in Consiglio
Come un provetto maestro di teatro il sindaco Giovanni Calderara tiene il colpo di scena giusto prima di calare il sipario del Consiglio. E svela al pubblico quella che si profila come una «rimborsopoli» in salsa agnadellese.
Fino all’ultimo punto dell’ordine del giorno il dibattito era filato via stranamente liscio, con il classico botta e risposta al vetriolo tra il primo cittadino e il consigliere di minoranza Mario Uberti sul contestato piano di recupero «Fabbricato piazza Chiesa», portato in adozione dalla maggioranza. Ma proprio alla fine, a far sgranare gli occhi al pubblico, è stato il contenuto dell’interrogazione presentata dal consigliere di maggioranza Giuseppe Maffioletti.
Interrogazione sui rimborsi
«Tra la documentazione recente abbiamo riscontrato la presenza di numerosi buoni per pagamenti dell’economato che a noi sembrano anomali – ha esordito il consigliere – erogati a titolo di rimborso spese carburante in favore dell’ex sindaco Marco Belli e dell’ex assessore Uberti. Questo nel corso degli anni 2010-2011- 2012-2013-2014. Questi rimborsi non sono, per quanto abbiamo potuto constatare, accompagnati da pezze giustificative che dimostrano l’effettivo impiego per finalità pubbliche». Maffioletti non è però certo che l’impiego non sia stato conforme alle disposizioni vigenti all’epoca dei fatti. E non può escludere che ci possa essere documentazione integrativa che dimostri il corretto impiego del denaro, dunque ha chiesto lumi.
Un elenco lunghissimo
E Calderara ha aperto il vaso di Pandora. «Premetto che nel nostro Bilancio, da giugno 2014, sono scomparsi i “rimborsi spesa per carburante” – ha chiarito subito – Ne avevano invece beneficiato con una certa frequenza Belli e Uberti. L’elenco è infatti piuttosto lungo, dal 2009 al 2014. Ho provato a ricostruire la vicenda prendendo in esame i rimborsi più recenti, sorprendenti per superficialità e approssimazione». E ha letto una serie di spese dubbie. Uberti non ha replicato in nessun modo.
Minaccia di querela al sindaco
Terminata la requisitario il sindaco ha però affermato di non voler fare azioni contro gli avversari: «Considerato il tempo trascorso e la modica somma di denaro eventualmente distratta dall’uso pubblico credo sia inutile segnalare l’accaduto alla Corte dei Conti – ha concluso – Più che di peculato dovremmo parlare di accattonaggio, che non è più reato. Ma certo non sono un esempio di buona condotta amministrativa».
Al contrario, Uberti a margine della seduta, ha preannunciato querele: «Sto predisponendo anche la denuncia per diffamazione – ha affermato – Ovviamente i documenti e le pezze giustificative ci sono per tutto, tra cui fatture e altro. Voglio recuperare anche alcune loro fatture: all’asilo le costate non le mangiano…».
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