Proteste di ristoranti e bar, Guidesi: “Basta aperture e chiusure dall’oggi al domani, serve chiarezza”
Il neoassessore regionale: "Ministero e Cts avevano previsto requisiti e protocolli per la categoria. Ora o il Governo smentisce se stesso o è contro i ristoratori"
Anche il neoassessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi interviene sulle proteste di bar e ristoranti che venerdì 15 gennaio apriranno e torneranno ad accogliere i clienti contro i divieti imposti dal Governo.
Proteste di ristoranti e bar
Protocolli, dispositivi di protezione, distanze, igienizzazioni… Per mesi, verso la fine della “Fase 1” dell’emergenza Covid, si era discusso su come far tornare in sicurezza i clienti nei ristoranti e nei bar. Da quella discussione, ne erano nati dei protocolli per tutti gli esercizi pubblici, che hanno imposto investimenti, anche importanti, per poter tornare al lavoro. Come per le scuole, come per le palestre, come per gran parte delle attività ancora chiuse dopo mesi però spese, regole e controlli non hanno evitato le chiusure.
"Ristoranti e bar chiedono di poter tornare a lavorare basandosi su quanto era stato deciso fin dall'inizio dal Ministero della Salute e dal Comitato Tecnico Scientifico che avevano previsto tutta una serie di requisiti e protocolli sanitari per l'intera categoria affinché potessero continuare a operare in piena sicurezza. A questo punto, c'è da capire se il Governo vuole smentire sé stesso oppure è semplicemente contro i ristoratori".
Lo ha dichiarato l'assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi, in merito alla protesta di alcuni imprenditori e commercianti che hanno annunciato per venerdì prossimo, 15 gennaio, l'apertura delle loro attività nonostante i divieti previsti dall'attuale Dpcm.
Necessaria programmazione
Il problema maggiore è l’incertezza. Uno degli ultimi esempi è quanto visto a Natale: prima il via libera ai pranzi al ristorante per tutto il periodo natalizio poi l’improvvisa retromarcia.
"Dall'Esecutivo - ha detto ancora l'assessore - serve assoluta chiarezza su aperture ed eventuali chiusure; non può continuare a cambiare decisioni ogni settimana in quanto, così facendo, si creano ulteriori disagi a tutto il comparto già flagellato dagli effetti di questa crisi pandemica. Decidere chi può lavorare e chi no, dall'oggi al domani, con cambiamenti continui, crea ulteriori problemi economici al settore che ha la necessità di programmare le sue attività senza dover rischiare di sprecare le forniture con un conseguente aggravio economico".
"Programmazione, chiarezza e ristori adeguati e immediati - ha concluso - sono le urgenze per far sopravvivere un settore importante".