Maternità surrogata, Agazzi attacca il sindaco Bonaldi

Il consigliere cremasco commenta la sentenza della Cassazione sul caso delle sette iscrizioni all’anagrafe di co-genitorialita.

Maternità surrogata, Agazzi attacca il sindaco Bonaldi
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Maternità surrogata, il capogruppo di Forza Italia Antonio Agazzi commenta la sentenza della Cassazione e attacca il sindaco Stefania Bonaldi.

Maternità surrogata, è polemica

«Tra le doti del sindaco di Crema non spiccano quelle dell’umiltà e della capacità di fare, ogni tanto, autocritica – ha fatto sapere in un comunicato Agazzi – la Corte di Cassazione con una sentenza carica del buon senso che lei non ha avuto  dice un no inequivocabile alla “trascrizione nei registri dello stato civile italiano del provvedimento di un giudice straniero con cui è stato accertato il rapporto di filiazione tra un minore nato all’estero, mediante il ricorso alla maternità surrogata, e un soggetto che non abbia con lo stesso alcun rapporto biologico”. Quindi, sonora bocciatura anche per le sette iscrizioni all’anagrafe di co-genitorialita’ firmate da Bonaldi contro il parere degli uffici comunali preposti, in qualità di ufficiale di stato civile. Eppure, a leggere il comunicato del sindaco, par di capire che abbia ragione lei: “La Corte di Cassazione ha sbagliato”. Reazione che si commenta da sola».

«Svilimento della dignità della donna»

«Non solo gli uffici, anche noi, come gruppo consiliare di Forza Italia, abbiamo cercato in ogni modo di rappresentare alcune ovvietà a lei e alla sua maggioranza, che si lancia sempre in acritiche difese d’ufficio – prosegue – inascoltati, la nostra mozione del febbraio scorso…respinta. Anzi, ci siamo sentiti etichettare come “oscurantisti” e bacchettoni. Nel merito, è evidente che il padre biologico non è mai stato in discussione. Il compagno del padre, tuttavia, era ed è lapalissiano che non può aver contribuito alla generazione: prima della Corte di Cassazione lo dice la natura. Il bimbo non perde alcun diritto, visto che ha una madre, che difficilmente potrà conoscere, colei che, a pagamento, ha messo a disposizione il proprio utero. Che cosa ci sia di ‘progressista’ in questo svilimento della dignità della donna, peraltro, a me sfugge. In ogni caso, la Corte indica una strada percorribile, conforme alla legge: quella dell’adozione. Bene, tuttavia, che si sia ribadito che nessuna norma, nessun atto amministrativo possono sovvertire l’ordine naturale delle cose: i bimbi nasceranno sempre dalla fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo, anche Stefania Bonaldi è nata così».

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