Lombardia verso la zona rossa: lockdown weekend, negozi chiusi e divieto di uscire di casa
Non solo, potrebbe esserci anche un coprifuoco anticipato, rispetto alle 22.
Un anno dopo, siamo punto e a capo: Italia di nuovo in zona rossa. Si va verso un lockdown totale almeno nei fine settimana e in tutte le aree dove i contagi settimanali sono superiori ai 250 per 100mila abitanti, che diventano zona rossa.
Lockdown weekend, negozi chiusi e divieto di uscire di casa
Come riporta Prima Milano, superata la soglia dei 100mila morti da inizio pandemia, l'ultimo Dpcm Draghi sarà modificato e i nuovi divieti entreranno in vigore forse già il prossimo fine settimana. Il Governo potrebbe decidere già fra oggi, martedì 9 marzo 2021, e domani.
Negozi chiusi nei Comuni dove le scuole sono chiuse (e fasce limitrofe) e divieto di uscire di casa: zona rossa significa proprio tornare al "modello Codogno" degli inizi.
L'obiettivo è quello di creare una finestra di respiro (per la virologa Ilaria Capua di almeno due mesi, se saremo bravi) per dar modo alla campagna vaccinale di prendere il largo e mettere in atto con la maggiore efficacia possibile i suoi effetti per uscire dalla primavera come e meglio di un anno fa.
Speriamo. Maledette varianti...
E cinema e teatri? Se ne riparla dopo il 20 marzo.
Lombardia sempre più verso la zona rossa
Un rischio scongiurato venerdì scorso con l'arancione rafforzato (o rinforzato), ma solo rinviato:
Altra ipotesi al vaglio è anche quella di un coprifuoco anticipato.
Misure da replicare per il periodo antecedente la Pasqua sullo stesso schema già usato lo scorso mese di dicembre. Un quadro uniforme di restrizioni a livello nazionale, come richiesto anche da diversi esperti, per dare fiato agli ospedali sempre più sotto pressione e spazi di manovra più ampi per la campagna di vaccinazione.
L'attuale Dpcm, in vigore fino al prossimo 6 aprile, demanda ai presidenti delle Regioni e ai sindaci la responsabilità di adottare misure più restrittive. Ma, visto che il virus non accenna a rallentare la corsa, sì impone la necessità di uniformare le regole. C’è da capire se il parametro dei 250 casi su 100.000 persone, già applicato per le scuole, sia quello giusto per far scattare in automatico la zona rossa: a tal proposito, le Regioni sono molto critiche, in quanto disincentiva a fare i tamponi.