Lotta al Covid

Lombardia in zona arancione, Galimberti: "Giusto rispettarla, ma c'è preoccupazione"

Il sindaco di Cremona in un post sulla sua pagina Facebook esprime tutta la sua preoccupazione per il ritorno della nostra regione in zona arancione.

Lombardia in zona arancione, Galimberti: "Giusto rispettarla, ma c'è preoccupazione"
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Un’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza ha ridefinito la Lombardia in zona arancione fino almeno al prossimo 15 gennaio. Sulla questione è intervenuto il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, esprimendo tutta la sua preoccupazione soprattutto per le conseguenze che questo avrà sui cittadini ma soprattutto sulle attività imprenditoriali più penalizzate da questa decisione.

Lombardia in zona arancione fino al 15 gennaio: TUTTO QUELLO CHE SERVE SAPERE

Lombardia in zona arancione, Galimberti: "Giusto rispettarla, ma c'è preoccupazione"

Torniamo in zona arancione. Il Ministro Speranza ha firmato un’ordinanza che prevede il ritorno della Lombardia, e quindi di Cremona nell’area a rischio alto (almeno fino al 15 gennaio, data entro la quale è atteso un nuovo Dpcm).

Questo vuol dire:

  • spostamenti “liberi” consentiti all’interno del comune, fuori solo per lavoro, salute e necessità (con autocertificazione);
  • bar e ristoranti chiusi (consentiti asporto fino alle 22 e domicilio);
  • negozi aperti;
  • musei, cinema, palestre, piscine chiusi.

Rimangono in vigore almeno fino al 15:

  • coprifuoco alle 22;
  • divieto di spostamento in regioni diverse.

È ovvio che apprendiamo questa collocazione con la massima serietà e il massimo rispetto, ma anche la massima preoccupazione. Più passa il tempo e più temiamo che alcune imprese, soprattutto quelle delle categorie più colpite, non riescano a resistere. Ogni giorno riceviamo telefonate e segnalazioni di imprenditori e lavoratori che non ce la fanno più e ogni giorno chiediamo loro di resistere e abbiamo messo in campo, accanto a quelli di governo e regione e per quanto ci è possibile, aiuti che non saranno (ci rendiamo conto) mai sufficienti ma che hanno l’obiettivo di dare una boccata d’ossigeno e di fiducia.

L’altra preoccupazione fortissima è per la scuola. Dobbiamo tutti insieme lavorare per il 25 di gennaio e a quella data non dovranno esserci ulteriori rinvii che avrebbero effetti pesanti sui giovani.

L’invito a tutti è quello di stringere i denti, di rispettare le regole, di affidarsi alla scienza e alla nuove vaccinazioni. Ne verremo fuori, anche se si fa fatica a vedere la fine, insieme ne verremo fuori!

 

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