Il Punto Nascite dell'Oglio Po non riaprirà: "Ora si piangono lacrime di coccodrillo”
Al riguardo sono intervenuti i consiglieri regionali del M5s, Fiasconaro e Degli Angeli.
Punto nascite Oglio Po, non si farà. Fiasconaro e Degli Angeli (M5s Lombardia): “Si poteva andare in deroga. Ora si piangono lacrime di coccodrillo”.
Il Punto Nascite dell'Oglio Po non riaprirà
“Nonostante le criticità emerse e i parti avvenuti in itinere, il punto nascite di Casalmaggiore non riaprirà. Prendiamo atto con forte amarezza della decisione del Consiglio di Stato che ha respinto l'istanza dei 20 Comuni dell’area Oglio Po, ma le affermazioni di alcuni esponenti di centro Destra sono poco coerenti”.
A dirlo sono Andrea Fiasconaro e Marco Degli Angeli, consiglieri del M5s Lombardia i quali hanno poi specificato: “Ora si piangono lacrime di coccodrillo, ma quando era il tempo di difendere la salute di madri e bambini, si è invece preferito difendere equilibri di partito, quelli del centro Destra, e colpevolizzare come al solito il Governo”.
Asserisce Degli Angeli: “I dati parlano chiaro, i bambini che ogni anno nascevano nel territorio dell’Oglio Po erano poco al di sotto dei 500 parti: la cifra ritenuta necessaria dal ministero della Salute, per poter tenere aperto un punto nascite. Per colpa della poca lungimiranza di Regione Lombardia oggi è necessario fare fino a 50 km, spesso in condizioni di traffico difficile, per poter partorire”.
“Si poteva andare in deroga"
I numeri delle nascite, in sé, contano però relativamente. “Regione Lombardia - spiegano i consiglieri - avrebbe potuto e potrebbe ancora richiedere di andare in deroga agli accordi Stato - Regione. E infatti Regione Lombardia aveva iniziato a sviluppare un progetto utile a tenere aperto il punto nascite. Peccato che poi non sia mai stato veramente implementato”.
“La responsabilità è quella di una Regione che non ha fatto nulla per implementare e rafforzare il sistema medico territoriale a supporto del punto nascite, cosa che invece è avvenuto in altre regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna, Veneto e Trentino".
Concludono i consiglieri: “Regione Lombardia, come al solito, si dimentica dei territori. È un grande rammarico apprendere che per Regione ci sono zone di serie A e di serie B, anziché territori a cui garantire una più equa e congrua salute per i bambini e per le mamme”.