Dopo Genova: la Lega bergamasca propone di fare il "tagliando ai ponti"
In cinque anni sono crollati sei infrastrutture in Italia.
Dopo Genova la Lega bergamasca propone di istituire un “libretto” per ogni ponte e viadotto, in modo da tenere traccia degli interventi e fare il “tagliando” all’opera ogni cinque anni. Un database per tenere traccia degli interventi di manutenzione di ogni struttura sul territorio nazionale, ovviando ai problemi legati ai cambi di competenza e di gestione.
Un libretto delle infrastrutture
E’ questa la proposta di legge avanzata in queste ore dai parlamentari bergamaschi Daniele Belotti e Simona Pergreffi, membro quest’ultima della Commissione Infrastrutture in Senato, dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, martedì.
Il tagliando ai ponti e ai viadotti
“I recenti crolli di ponti e viadotti hanno posto la drammatica e urgente necessità di un rigoroso piano di manutenzione delle infrastrutture viarie del Paese” spiegano i parlamentari Belotti e Pergreffi. “Vista la carenza di risorse finanziarie è fondamentale organizzare al meglio gli interventi di manutenzione al fine di migliorare l’’efficienza ed evitare sprechi. Ecco perché è necessario programmare un piano di manutenzione di tutte le infrastrutture viarie del Paese” .
La proposta di legge al rientro dalle ferie
Pergreffi e Belotti, in un progetto di legge che sarà presentato alla ripresa dei lavori parlamentari, propongono di dotare il manufatto di un vero e proprio “libretto dell’’infrastruttura”, sulla falsa riga del “Piano di manutenzione dell’opera e delle sue parti”. “Un simile documento consentirebbe di stabilire in modo più chiaro gli interventi di manutenzione e soprattutto permetterebbe di risparmiare tempo e risorse ogniqualvolta a una ditta ne subentra un’altra nell’appalto per le manutenzioni” spiegano.
Il testo della proposta di legge
Nella proposta di legge si legge nell’articolo 1.
“… il libretto è aggiornato con cadenza non superiore a cinque anni e tenuto a cura dell’’ente gestore della struttura viaria. Sul libretto sono annotate le informazioni relative all’’edificio di tipo identificativo, progettuale, strutturale, impiantistico, ambientale, con l’’obiettivo di pervenire ad un idoneo quadro conoscitivo a partire, ove possibile, dalle fasi di costruzione dello stesso, e sono registrate le modifiche apportate rispetto alla configurazione originaria, con particolare riferimento alle componenti” statiche, funzionali e impiantistiche, e programmare gli interventi di corretta manutenzione”.
mentre all’art. 2 è previsto che
“gli enti locali, l’Anas, le concessionarie delle tratte autostradali, il Ministero dei Trasporti individuano, ognuno per la propria competenza, entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le aree al cui interno sono comprese le infrastrutture da assoggettare prioritariamente al programma di messa in sicurezza, attraverso la puntuale ricognizione del singolo manufatto e del relativo stato di conservazione, nonché l’’attuazione delle misure tese a favorirne la manutenzione programmata”, tenendo in considerazione i criteri relativi, tra gli altri “a particolari caratteristiche del sottosuolo, il rischio sismico della zona, il volume di traffico, in particolare quello pesante”.
Un “catasto delle infrastrutture”
Inoltre gli enti locali, l’Anas, le concessionarie delle tratte autostradali, il Ministero dei Trasporti “redigono, ognuno per la propria competenza, entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un catasto delle infrastrutture valutando lo stato di conservazione dei manufatti tenendo in considerazione, nell’ambito della ricognizione, la redazione anche di un catasto del sottosuolo al fine di mappare le reti di sottoservizi collegate all’infrastruttura in oggetto”.
Sei crolli in cinque anni
“Il crollo del ponte Morandi di Genova è solo l’ultimo di una serie che dal 2013 ad oggi ha visto ben 6, tra ponti e viadotti, cadere per mancanza di interventi strutturali” hanno concluso i due parlamentari. In zona si ricorda quello drammatico di Annone Brianza, nell’ottobre 2016. QUI una mappa aggiornata dei ponti considerati più a rischio in Lombardia.