Contributi disabili gravissimi: marcia indietro di Regione Lombardia

Matteo Piloni: “Un via libera alle nostre richieste importantissimo per tante famiglie".

Contributi disabili gravissimi: marcia indietro di Regione Lombardia
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Sconfitta della Lega e marcia indietro di Regione Lombardia sui contributi ai disabili gravissimi grazie a una mozione del Partito democratico.

Contributi disabili gravissimi: marcia indietro di Regione Lombardia

I dem, assieme alle associazioni che riuniscono persone e famiglie diversamente abili, contestavano una delibera, approvata il 23 dicembre 2019, che prendeva atto dell’aumento delle risorse stanziate dal Governo per le politiche regionali in favore dei disabili (da 71 a 91 milioni per il 2020), ma, al contrario di quanto ci si poteva aspettare, modificava in senso peggiorativo le misure, definite B1, dedicate ai disabili gravissimi, a partire da febbraio 2020.

Di fatto, veniva per la prima volta introdotta una soglia di reddito Isee di 50mila euro e veniva abbassato il contributo minimo mensile da 600 a 400 euro. La quota aggiuntiva di 500 euro in caso di assunzione di un caregiver era invece vincolata a un orario settimanale di servizio non inferiore alle 40 ore, con la conseguenza che chi ne aveva bisogno per un tempo più limitato non ne avrebbe avuto diritto.

Presentata una mozione

Il Gruppo regionale del Pd ha presentato una mozione urgente che è stata discussa nella prima seduta utile dopo le festività e che, con voto segreto, 36 sì e 32 no, è stata approvata.

“Un via libera alle nostre richieste di ripensare la decisione della Giunta, importantissimo per tante famiglie che si trovavano a dover fare i conti con il pesante taglio operato da Lega e centrodestra – commenta Matteo Piloni, consigliere del Pd –. L’assemblea ha fatto la sua parte e ha sconfessato la linea dell’assessore alle Politiche sociali e disabilità Stefano Bolognini, ma soprattutto ha ribadito che le persone disabili e le loro famiglie meritano rispetto. Ora vigileremo affinché la Giunta regionale dia loro le risposte che si attendono”.

Contratto Trenord

“La Regione non ha deciso che cosa fare al termine del contratto con Trenord, ma l’unica ipotesi su cui sta lavorando è il rinnovo addirittura per 10 anni”, lo fa sapere Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd, dopo la risposta dell’assessore ai Trasporti Claudia Terzi, durante il consiglio regionale, all’interrogazione dem che chiedeva lumi sulla delibera di Giunta di fine dicembre, dove si mettono le basi per il rinnovo dell’affidamento diretto a Trenord fino al 2030.

“L’assessore ha spiegato che la delibera è un semplice avviso all’autorità garante del mercato, nei termini di legge, e che nessuna decisione definitiva è ancora stata presa – aggiunge Piloni –. Tuttavia, le sue parole non ci hanno convinti, ma soprattutto non abbiamo ascoltato nessuna necessaria riflessione sullo stato delle cose, nessuna spiegazione della volontà di blindare il servizio ferroviario per un tempo così lungo e di ragionare su cosa chiedere a chi gestirà i treni a partire dal 2021. I cittadini lombardi si meritano davvero un servizio migliore”.

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