Boom di cassa integrazione in provincia di Cremona: +80% in sei mesi
Il secondo rapporto UIL Lombardia lancia l’allarme: crescono le ore di CIG in tutta la regione, Cremona tra le province più colpite

A Cremona la cassa integrazione è quasi raddoppiata nel primo semestre 2025, segnando un +80,5%. Il quadro lombardo, con un aumento complessivo del 17,9%, evidenzia una crisi diffusa nel manifatturiero e nel commercio, che rischia di aggravarsi senza interventi urgenti.
Boom di cassa integrazione
Nel primo semestre del 2025, la provincia di Cremona ha registrato un incremento dell’80,5% nelle ore di cassa integrazione autorizzate, quasi raddoppiando i numeri dello stesso periodo dell’anno precedente. Un dato allarmante che riflette una tensione crescente nel tessuto produttivo locale e che inserisce Cremona tra le realtà lombarde più colpite dalla crisi.
Il quadro emerge dal 2° Rapporto UIL Lombardia sulla Cassa Integrazione, che fotografa una situazione in peggioramento in tutta la regione: oltre 56 milioni le ore di CIG autorizzate nei primi sei mesi dell’anno, con un aumento del 17,9% rispetto al 2024. Il dato nazionale è ancora più drammatico: +21,8%.
Secondo Salvatore Monteduro, segretario confederale UIL Lombardia, i numeri registrati sono solo l’inizio di una crisi che rischia di peggiorare nei prossimi mesi, anche per effetto delle tensioni geopolitiche e della guerra commerciale internazionale che ancora non ha mostrato il suo pieno impatto.
"La nostra è una preoccupazione fondata – dichiara Monteduro – perché già oggi, con una congiuntura in peggioramento ma non ancora colpita dagli effetti della guerra commerciale globale, vediamo aumentare sia le ore di cassa integrazione straordinaria, sia il numero dei lavoratori coinvolti. La situazione rischia di precipitare se non si interviene ora".
Crisi diffusa: Cremona non è un’eccezione
Milano rappresenta un'eccezione in Lombardia, con una riduzione delle ore di CIG pari al -17,5%. Per il resto, il quadro è uniformemente negativo:
- Lodi: +156,5% – è la provincia con l’incremento più alto.
- Cremona: +80,5% – raddoppia la CIG in sei mesi.
- Brescia: +45,8% – torna ai livelli critici del post-Covid.
- Sondrio (+39,0%), Lecco (+27,8%) e Monza Brianza (+29,7%) mostrano tensioni crescenti.
- Mantova (-2,1%) e Varese (-5,0%) sono le uniche province in calo, ma con livelli ancora alti.
Le cause? Secondo UIL Lombardia, non si tratta di un rallentamento congiunturale isolato, ma di una crisi strutturale che coinvolge l’intera filiera manifatturiera, le microimprese, l’artigianato e sempre più anche il commercio.
Commercio e consumi
Particolarmente preoccupante l’aumento della CIG nel settore del commercio: +41,2% in Lombardia. A questo si aggiunge la crescita delle ore autorizzate dai fondi di solidarietà, che interessano il terziario e i servizi.
"Se il commercio va in crisi, vuol dire che le famiglie stanno rinunciando agli acquisti. Il calo dei consumi è il termometro più chiaro del disagio sociale. Il lavoro povero e la perdita di potere d’acquisto stanno diventando il vero problema dell’economia lombarda", afferma Monteduro.
La UIL chiede l’attivazione immediata di osservatori territoriali permanenti sulle crisi aziendali e l’avvio di politiche per il rilancio dei salari.
"Chiediamo ancora una volta – conclude Monteduro – l’attivazione immediata di osservatori territoriali permanenti sulle crisi aziendali e sulle dinamiche occupazionali, e un intervento mirato per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori. Senza salari dignitosi, nessuna ripresa è possibile. Serve una risposta che non sia fatta solo di ammortizzatori, ma di investimenti, formazione, contrattazione e politiche redistributive. Le crisi vanno governate prima che esplodano".