Il santo di oggi è Sant'Atanasio: il "divulgatore" della fede
Atanasio fu per tutta la vita testimone e strenuo difensore dei principi stabiliti dal concilio, e per questa sua fermezza dovette subire cinque condanne all'esilio.
Oggi, 2 maggio, si celebra Sant’Atanasio: scopriamo chi era il grande difensore della fede.
Sant’Atanasio
Sant’Atanasio il Grande nacque ad Alessandria d’Egitto intorno al 295 circa e morì ad Alessandria d’Egitto, 2 maggio 373. Era un teologo e vescovo greco nonché Papa della Chiesa copta. Venerato sia dalla chiesa cattolica che quella copta, nonché da quella ortodossa, come santo.
Divulgatore e difensore della fede
Atanasio nacque poco prima dell’ultima grande persecuzione a danno dei cristiani per opera dell’imperatore Diocleziano e morì poco prima che il Cristianesimo fosse scelto come culto religioso ufficiale dall’Impero Romano.
“Atanasio fu per tutta la vita testimone e strenuo difensore dei principi stabiliti dal concilio, e per questa sua fermezza dovette subire cinque condanne all’esilio negli anni che vanno dalla sua nomina a vescovo, alla sua morte. Profondo conoscitore della natura umana, poté però sempre contare sull’affetto e la fedeltà del suo clero e del suo popolo, che non avrebbe esitato a prendere anche le armi in sua difesa, sebbene la sua elezione non fosse stata immune da qualche dubbio di irregolarità e precipitazione. Autore della già celebre Vita di Antonio, gli antichi storici della Chiesa hanno voluto attribuire ad Atanasio di Alessandria anche la Vita di Sincletica: come quella infatti narra i detti e fatti del patriarca del monachesimo cristiano, così questa descrive “la vita e i modi della beata maestra Sincletica”, come rende chiaramente esplicito il titolo greco dell’opera. La tradizione manoscritta tuttavia non è concorde nell’ascrivere la paternità dell’opera ad Atanasio, variando nell’attribuzione ad altri più o meno sconosciuti autori, quali un certo Policarpo asceta o un Arsenios Pegados, la cui identificazione al pari del primo, rimane incerta e dubbia.”
(Wikipedia)
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Morte
A mettere fine ai suoi allontanamenti forzati fu l’imperatore Giuliano, in seguito indicato dai cristiani come l'”Apostata”, con il suo editto di tolleranza nei confronti di tutte le fedi e confessioni religiose. Atanasio riprese così possesso della sua sede vescovile e convocò ad Alessandria, nel 362, un concilio d’Oriente che pose fine a tutte le dispute dogmatiche, semplicemente riaffermando i decreti del concilio di Nicea. Morì nella sua città il 2 maggio del 373. Giorno in cui viene tutt’ora venerato.
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