Una fucilata al petto per un debito di alcune centinaia di euro
Vittima e assassino si conoscevano da tempo: a monte del delitto potrebbe esserci una questione economica
Gottardelli definito come stravagante, Gozzini aveva già avuto problemi con la giustizia: cosa è emerso finora del delitto commesso con una fucilata al petto del 61enne imprenditore.
Col fucile a bordo della vecchia Citroen
La mattina di mercoledì 14 settembre 2022 è partito dalla sua casa all'ingresso di Covo, in provincia di Bergamo, e nel giro di pochi minuti è arrivato a Casale Cremasco, dove si trova l'azienda Classe A Energy. A bordo della sua vecchia Citoen 2 Cavalli bianca, sul sedile posteriore, aveva posto una sacca: all'interno un fucile da caccia di cui non aveva regolarmente denunciato il possesso.
Una volta giunto nell'azienda, imbracciata la sacca, il 78enne Domenico Gottardelli si è diretto verso l'ufficio del titolare della ditta, il 61enne Fausto Gozzini. Qui tra il 78enne e il 61enne non si sarebbero verificati diverbi, colluttazioni o discussioni. Nel giro di pochi istanti però si sarebbe consumato il dramma: il 78enne ha prima sparato un colpo a terra e, un istante dopo, ha mirato direttamente a Gozzini e gli ha sparato una fucilata al centro del petto, poco sopra l'addome.
Soccorsi e allarme sul posto
Gozzini è crollato al suolo in una pozza di sangue, probabilmente morto sul colpo. La moglie e il figlio del titolare dell'azienda si sono precipitati dove era appena accaduto il drammatico episodio e sono riusciti a bloccare e disarmare Gottardelli.
Nel frattempo era già partita la chiamata ai soccorsi. Nel giro di breve tempo sul posto sono arrivati i carabinieri e il 118. I sanitari non hanno potuto fare nulla per salvare l'imprenditore bergamasco. Dal canto suo invece Gottardelli, dopo alcune verifiche di rito, è stato arrestato dai militari e ora è a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Nessuna risposta durante l'interrogatorio
Nel corso del pomeriggio di ieri, mercoledì 14 settembre 2022, il 78enne bergamasco è comparso davanti ai magistrati cremonesi. La mattina, piantonato dai carabinieri, era stato portato in ospedale in stato confusionale. Ai magistrati che lo hanno interrogato, sebbene si sia presentato sereno, non ha fornito spiegazioni precise: anzi, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Nel corso dell'interrogatorio ha spiegato ai giudici di essere celibe, senza figli, di aver subito un trapianto di fegato ormai 22 anni fa e di avere qualche problema di salute. Niente altro: sulle ragioni che l'hanno spinto a sparare un colpo di fucile all'indirizzo di Gozzini, nemmeno una parola.
Dopo l'interrogatorio il 78enne è stato portato nel carcere di Cremona, dove si trova tutt'ora a disposizione della magistratura cremonese.
La sede della Classe A Energy, la ditta dove è avvenuto il delitto
Forse debiti pregressi
Secondo quanto è stato possibile ricostruire finora, l'assassinio di Gozzini sarebbe maturato per motivi economici. In pratica il 61enne imprenditore avrebbe avuto nei confronti del 78enne un debito di alcune centinaia di euro. Potrebbe essere questo il motivo che ha spinto Gottardelli ad armarsi e a colpire a morte il 61enne imprenditore.
I due, in ogni caso, a quanto pare si conoscevano da tempo, non foss'altro per il fatto che il 78enne è originario di Covo mentre il 61enne, originario di Pontoglio in provincia di Brescia, gravitava nella Bergamasca da decenni e da parecchio tempo viveva a Romano di Lombardia in una grande villa di proprietà.
I precedenti di Gozzini
Sposato, con due figli, titolare della Classe A Energy, che si occupa della vendita di mezzi per la movimentazione della terra e che ha sede a Casale Cremasco, dove è avvenuto il dramma, il passato di Gozzini non è però del tutto intonso e scevro da vari precedenti.
Nel 2018 infatti i giudici bergamaschi lo avevano arrestato insieme ad altri due soci per la bancarotta fraudolenta da circa 1,7 milioni di euro ai danni della ditta Cortedil, nel frattempo dichiarata fallita: della ditta Gozzini era titolare proprio insieme ai due soci che erano finiti in cella con lui. Di recente invece la Finanza bergamasca avrebbe svolto a suo carico alcuni accertamenti per varie insolvenze e presunte truffe.
Ma c'è dell'altro. Stando a quanto trapela nell'ambito della drammatica vicenda, nel corso della sua vita Gozzini avrebbe avuto anche qualche altro problema: proprio durante la costruzione della villa di Romano di Lombardia dove l'imprenditore viveva, al tetto dell'abitazione non ancora completata sarebbe stato dato fuoco per ben tre volte.
Gottardelli: eccentrico ma in apparenza innocuo
Dal canto suo Gottardelli viene descritto come una persona eccentrica ma innocua. La sua fedina penale, prima del drammatico episodio avvenuto a Casale Cremasco, era intonsa. Per tutta la vita ha svolto la professione di idraulico. In paese non si farebbe vedere molto spesso: secondo i conoscenti infatti passerebbe la maggior parte dell'anno tra il Sudamerica e il Nordafrica.
L'auto con la quale è arrivato a Casale Cremasco, nella sede della Classe A Energy, di certo non passa inosservata: oltre al fatto che si tratta di un veicolo che potrebbe avere mezzo secolo di vita (la targa, decisamente "retrò", ne è la prova), la carrozzeria della Citroen 2 Cavalli è stata bardata in modo del tutto particolare: di grandi dimensioni si trovano sulle portiere e sul tettuccio una o due foto dello stesso Gottardelli, uno stemma della Marina Militare e il logo dell'Aitf, ovvero l'Associazione trapiantati di fegato.
Insomma in apparenza una persone dai tratti forse un po' particolari, ma che nel corso della propria vita ha sempre svolto il proprio mestiere e senza mai aver avuto problemi con la giustizia.
Negativa la perquisizione dell'abitazione
Dopo l'arresto i carabinieri hanno provveduto anche alla perquisizione dell'abitazione di Gottardelli, che si trova all'ingresso di Covo ma nella quale, stanti i frequenti e lunghi viaggi in Sudamerica e Nordafrica, non passa troppo tempo. Nell'abitazione però i militari non hanno trovato nulla di particolare o comunque di importanza per le indagini in corso.
Ora il 78enne di Covo è in carcere a Cremona in attesa delle disposizioni dell'autorità giudiziaria.