CRONACA

“Troppe stranezze”: disposta l’autopsia per Renata Bossi la badante cremonese trovata morta in villa a Bergamo

La badante 60enne di Cremona deceduta a Dalmine durante la settimana di prova. I familiari contestano la versione del malore e chiedono verità

“Troppe stranezze”: disposta l’autopsia per Renata Bossi la badante cremonese trovata morta in villa a Bergamo

“Ci sono troppe stranezze”.

Così l’avvocata Marilena Gigliotti, che assiste i due figli (Erica e Giuseppe) di Renata Bossi, 60enne badante di Cremona, trovata senza vita nella giornata di venerdì 3 ottobre 2025 in una villa di Dalmine, in provincia di Bergamo.

La famiglia, insieme all’ex marito della sessantenne, ha presentato una querela contro ignoti alla questura di Cremona, che ha disposto il blocco della salma e l’autopsia, incaricando un consulente tecnico di verificare le cause del decesso.

Trovata senza vita in casa

Assisteva due persone con disabilità e, secondo quanto affermato dalla famiglia degli assistiti, la 60enne avrebbe accusato un malore improvviso nella mattinata di venerdì, a distanza di una settimana dall’assunzione, durante la settimana di prova.

Si sarebbe poi stesa per riprendersi e riposare, ma la proprietaria della villa l’avrebbe trovata senza vita nel pomeriggio. Secondo quanto avvalorato telefonicamente dal personale della guardia medica, si tratterebbe di arresto cardiaco, come dichiarato anche dai Carabinieri intervenuti sul posto.

In tal caso non sarebbe necessaria l’autopsia. Una versione contestata dai familiari della vittima, che sollevano dubbi e richiedono accertamenti per chiarire le circostanze della morte.

I familiari si sono precipitati sul luogo del decesso, assistiti da un legale. L’ex marito e uno dei figli hanno trovato la donna distesa sul letto, perfettamente vestita e con ancora addosso l’orologio – che toglieva sempre prima di mettersi a letto – con numerose ecchimosi visibili sul fianco e sulla schiena, nonostante il giaciglio fosse intatto.

Disposta l’autopsia

La famiglia ha quindi ricontattato il personale della guardia medica, che, scusandosi, si è presentato sul posto, modificando la propria versione e stilando un nuovo referto, dichiarando che fosse necessaria l’autopsia per chiarire i dettagli legati alla morte.

Renata godeva di buona salute e non soffriva di patologie riconducibili alle macchie riscontrate sul corpo.

A seguito della presentazione di un esposto da parte dell’avvocata Marilena Gigliotti alla Procura di Bergamo, il pm Carmen Santoro ha disposto l’autopsia, che verrà effettuata nella giornata di mercoledì 8 ottobre 2025.

Un mistero che si infittisce

Un mistero che continua a infittirsi, e che con l’evolversi dei fatti potrebbe smentire quanto inizialmente affermato come dato certo dalla versione dei familiari degli assistiti.

Secondo quanto riferito, la 60enne Renata Bossi lavorava in quella casa da circa un mese, ma non aveva ancora ricevuto alcun contratto. Riferiva condizioni diverse da quelle concordate: doveva assistere due persone anziché una, con carichi e orari non previsti. Una situazione che l’aveva spinta a manifestare l’intenzione di andarsene, comunicando che venerdì 3 ottobre avrebbe lasciato l’incarico.