Terrorismo e radicalizzazione minorile: maxi blitz in tutta Italia. Coinvolto anche un 17enne cremonese
Indagati 22 minori, tra i 13 e i 17 anni, per suprematismo bianco, jihadismo e propaganda violenta: sequestrati armi finte, manuali di addestramento e contenuti digitali radicali

La Polizia di Stato ha condotto 22 perquisizioni su minori in tutta Italia per contrastare la radicalizzazione online di matrice suprematista e jihadista. I ragazzi, tra i 13 e i 17 anni, sono accusati di diffondere propaganda violenta e contenuti estremisti tramite social e piattaforme di gaming.
Terrorismo e giovani radicalizzati in ambienti estremisti
In un’operazione ad ampio raggio coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, la Polizia di Stato ha eseguito 22 perquisizioni in tutta Italia, colpendo giovanissimi sospettati di propaganda e istigazione all’odio in contesti estremisti di matrice suprematista, jihadista, antagonista e neonazista.
Coinvolto anche un 17enne cremonese
Tra i minori coinvolti anche un 17enne residente in provincia di Cremona e un coetaneo del Mantovano, oltre a un 15enne di Bergamo. I tre sono accusati di aver diffuso contenuti online a sfondo nazista e antisemita. I loro nomi erano emersi durante le indagini su un 14enne perquisito a febbraio in Piemonte.
Armi, divise delle SS e chat estremiste
Nel corso delle perquisizioni, gli agenti hanno sequestrato dispositivi informatici, documenti a contenuto suprematista, riproduzioni di armi, uniformi delle SS, giacche militari e materiale per addestramento soft air. Le preview delle chat trovate evidenziano immagini di guerriglieri armati e contenuti violenti, riconducibili sia al jihadismo che all’estremismo di destra.

Operazione in tutta Italia
L’operazione ha toccato l’intero Paese: due 15enni in provincia di Oristano, un 13enne nel Cosentino, un 17enne nel Messinese, un 15enne nel Padovano, un 16enne nel Milanese, e altri giovani tra Firenze, Arezzo, Taranto, Sassari, Bologna, Ravenna, Catanzaro, Livorno e Genova.
Le chat
In molti casi è emersa l’appartenenza a chat Telegram o WhatsApp legate a gruppi neonazisti e jihadisti. In un caso, un minore ha dichiarato di aver fatto parte del gruppo suprematista The Base e di aver costruito ordigni artigianali. Altri adolescenti si sono distinti per attività di propaganda fascista, imbrattamenti antisemiti o azioni violente durante manifestazioni.
Sul fronte jihadista, a destare allarme è il caso di un 17enne ravennate che accedeva regolarmente a piattaforme di propaganda dell’ISIS, come “Al-Raud Media Archive” e la rivista “Al Naba”. Il giovane condivideva contenuti jihadisti su gruppi WhatsApp. Un altro ragazzo, a Catanzaro, partecipava a chat con riferimenti sia al terrorismo islamico sia all’estremismo di destra. A Livorno due minori sono stati identificati dopo aver fatto esplodere un ordigno davanti a una scuola superiore.
Allarme radicalizzazione giovanile
Secondo la Polizia di Stato, il tempo medio di radicalizzazione si è drasticamente ridotto: da 16 mesi nel 2002 a pochi giorni nel 2025. Il fenomeno colpisce soggetti sempre più giovani, anche sotto i 14 anni, spesso soli, vulnerabili, con problemi relazionali o familiari, e affascinati dalla violenza e dalle armi.
Dall’inizio del 2023 sono 12 i minori sottoposti a misure cautelari e oltre 100 quelli perquisiti per sospette attività estremiste. In molti casi si tratta di giovani attivi su social e piattaforme di gioco online, dove circolano contenuti estremisti camuffati da meme, video o simboli.
Un dato preoccupante riguarda anche il fenomeno della cosiddetta “White Jihad”, un’ibridazione ideologica tra estremismo islamico e suprematismo bianco. L’Italia, tramite la Polizia di Prevenzione, ha chiesto all’Unione Europea di rafforzare l’azione comune contro la radicalizzazione online dei minori, dialogando anche con i principali fornitori di servizi digitali.