Studente minorenne spacciatore, arrestato
Gestiva lo spaccio dell’hashish e della marijuana degli istituti scolastici di Cremona.
Studente minorenne spacciatore, arrestato dai Carabinieri.
Studente minorenne spacciatore
Il GIP del Tribunale per i Minorenni di Brescia, valutati gli indizi raccolti dai Carabinieri della Compagnia di Cremona, consegnati per la relativa richiesta a quella Procura della Repubblica, ha emesso in data 27.04.2018 un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in ordine al reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti continuato e aggravato nei confronti di un 17enne cremonese, studente di un istituto tecnico cittadino.
Florida attività di spaccio
Collaborato da alcuni “complici”, per cui sono in corso ancora accertamenti, il 17enne è stato individuato quale autore di una vasta attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “hashish e marijuana”, condotta a partire dal mese di gennaio 2016 fino almeno al mese di marzo di quest’anno. Attività svolta sia all’interno che in prossimità di alcuni istituti scolastici cittadini, con l’aggravante di averle cedute a soggetti di minore età. Condotte effettuate in modo continuativo e con cadenza settimanale. Decine sono risultati gli studenti, che hanno confermato non solo di aver in più occasioni acquistato sostanze stupefacenti dal pusher minorenne, ma anche di conoscerlo come ragazzo dedito abitualmente ed in forma organizzata a tale attività, tanto da avere una disponibilità di denaro davvero inusuale di cui il giovane se ne faceva vanto con gli amici. Amava fotografarsi con il denaro e vantarsi mostrandolo ad ogni occasione.
Hashish e marijuana
Gli accertamenti hanno dimostrato come la maggioranza delle cessioni avvenisse all’interno di un complesso scolastico in cui insistono diversi istituti, ma anche nei pressi del suo ingresso. Altre cessioni sono state documentate presso l’abitazione del giovane a Cremona e presso altri luoghi di aggregazione solitamente frequentati dai più giovani. Le droghe richieste sono risultate hashish e marijuana, vendute dallo spacciatore a 10/15/20 euro al grammo, a seconda del grado di fiducia risposto nel cliente.
Lo spaccio anche in casa
Le indagini hanno acclarato quanto il 17enne fosse abile nel dissimulare la propria condizione di spacciatore abituale tanto che i genitori (e si parla di un contesto dotato di risorse anche culturali), non si erano accorti di nulla nonostante il figlio fosse da anni dedito ad un’intensa attività di spaccio di sostanze stupefacenti e fosse conosciuto nel contesto cremonese come uno spacciatore, sempre fornito di sostanze e che tale attività fosse portata avanti anche presso la sua abitazione. Un vero punto di riferimento per decine di studenti delle scuole cremonesi in cerca di “sballo”. Il giovane oltre a dimostrarsi abile nel nascondere la propria attività, si è dimostrato per essere un “professionista” dello spaccio con contatti anche con fornitori maggiorenni, operanti in ambiti extra scolastici e per cui sono in corso accertamenti.
L’utilizzo delle “App”
Lo stesso per “velocizzare” e ottimizzare le vendite e quindi le cessioni di stupefacente, si avveleva anche di alcune “App” e dei servizi di messaggistica dei telefonini, sui quali peraltro conservava dei veri e propri “book fotografici” composti da numerosissime fotografie non solo delle sostanze stupefacenti che vendeva, ma anche dei “mucchi” di banconote che illecitamente guadagnava. I Carabinieri inoltre sono riusciti ad identificare almeno una ventina di clienti ed amici del 17enne che frequentavano la sua casa di Cremona e che in tali circostanze si facevano fotografare lasciandosi riprendere mentre confezionavano e fumano “spinelli”.
La “fumeria”
Dal materiale sequestrato ed in particolare dal citato materiale fotografico, si è accertato, come la casa, per il 17enne e per una cerchia di una decina di suo amici più stretti, fosse quasi diventata una “fumeria”. Decine gli scatti ove i giovani nelle pose più bizzarre si sono fatti riprendere mentre fumavano anche più “spinelli” per volta, in qualche caso accendendo in bocca, anche 5 o 6 “spinelli” (contenenti marijuana) “ o “canne” (contenenti hashish) contemporaneamente.
Percorso educativo in comunità
IL GIP, per questo motivo, non ha ritenuta idonea l’eventuale applicazione della misura cautelare della permanenza in casa, meno coercitiva di quella in comunità, anche in considerazione di quanto detto e per il fatto che è stato accertato che in assenza dei genitori, negli orari pomeridiani (entrambi impegnati come liberi professionisti), l’abitazione comunque era diventata un luogo dove l’indagato era solito condurre l’attività delittuosa e che quindi se accolta avrebbe potuto reiterare. Il GIP inoltre e soprattutto, ha considerato la condizione dei genitori che per un tempo assai considerevole sono rimasti all’oscuro dell’attività illecita del figlio. Inoltre la gravità dei comportamenti del 17enne, il numero degli episodi contestati, il numero dei clienti, l’abilità dimostrate hanno indotto a ritenere che l’indagato doveva intraprendere un percorso educativo, psicologico e di rielaborazione necessariamente possibile solo in ambito comunitario.
Il precedente
Per le esigenze cautelari che hanno portato all’emissione di una misura coercitiva nei confronti del 17enne, oltre l’aggravante della commissione dei reati in ambito scolastico e presso luoghi di aggregazione, il GIP ha anche tenuto conto, che questi, dopo aver subito nel mese di marzo una perquisizione a scuola, da parte dei Carabinieri, dove veniva trovato in possesso di 2000 euro in contanti, preoccupato di essere finito sotto “la lente di ingrandimento” degli investigatori, cominciava un’azione di “BULLISMO”, con atteggiamenti prevaricanti ed alludendo a possibili ritorsioni rivolgendosi ad alcuni studenti ed in particolare una ragazza che avendolo frequentato sentimentalmente, era a conoscenza di molti dettagli dell’attività illecita dallo stesso condotta, al fine di “non parlare” se “chiamati” dai militari.
La droga nelle scuole
L’indagine ha contribuito a mettere in luce, in modo preoccupante, quanto sia diffuso nel mondo della scuola l’uso delle droghe e la ricerca dello “sballo” da parte dei giovani. Un uso diventato trasversale sotto ogni aspetto, senza differenze tra giovani provenienti da ceti sociali o situazioni famigliari diverse. E’ chiaro che l’uso delle sostanze stupefacenti non è più limitato a quei singoli casi ove ci sono situazioni di palese “disagio” famigliare ed economico, anzi la situazione del 17enne e delle maggioranza dei suoi amici coinvolti ha dimostrato il contrario. Dove la maggioranza dei consumatori/clienti del 17enne, sono risultati ragazzi provenienti da contesti familiari “normali” se non benestanti. I Carabinieri, nel corso degli accertamenti si sono limitati ad interrogare e a documentare le dichiarazioni solamente di un campione di giovani, solo coloro per cui erano stati raccolti gli indizi più “pregnanti”, come scatti effettuati in momenti di uso di droghe, rinvenimento di messaggi palesemente riconducibili a trattative per acquisti di sostanze stupefacenti, avvistamenti avvenuti nel corso di appostamenti effettuati dai militari, ecc…, ma sicuramente il numero dei clienti e degli assuntori di sostanze stupefacenti, coinvolti ed emersi nel corso dell’attività d’indagine dell’Arma è molto più vasto, sintomatico di una preoccupante diffusione. Diffusione che è bene sottolineare, è stata compresa anche dalle scuole, con i Dirigenti e gli Insegnanti, che hanno fornito un determinante ed osmotico aiuto ai militari della Compagnia di Cremona, in particolare con segnalazioni e fornendo informazioni provenienti dall’interno dei rispettivi istituti scolastici, altrimenti difficilmente reperibili.