Beccato sul fatto

Stalker ai domiciliari cerca di entrare in casa della ex fidanzata, 30enne incarcerato a Cremona

Gli agenti lo hanno fermato mentre tentava di entrare nel condominio della ragazza che perseguitava, ora si trova in una cella della casa circondariale

Stalker ai domiciliari cerca di entrare in casa della ex fidanzata, 30enne incarcerato a Cremona
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Dopo l'ennesimo tentativo di aggirare le misure restrittive per riavvicinarsi alla ragazza, l’Ufficio di Sorveglianza che la misura domiciliare non fosse più sufficiente per garantire la sua sicurezza.

Cremona, 30enne passa dai domiciliari al carcere

Nonostante la condanna per stalking nei confronti dell'ex fidanzata, aveva ottenuto la possibilità di scontare la pena in casa propria, ma le continue violazioni delle restrizioni gli sono costate il ritorno in carcere. Il protagonista di questa vicenda è un 30enne originario di Cremona che ora si trova in una cella della casa circondariale.

La decisione è stata presa dall’Ufficio di Sorveglianza di Mantova. Il giudice ha infatti revocato la detenzione domiciliare a causa di ripetute infrazioni. Era stato condannato nel 2023 per atti persecutori nei confronti della sua ex e da allora era obbligato a mantenere le distanze da lei e soprattutto a rispettare orari di permanenza in casa. Entrambe le restrizioni non sono state rispettate.

Beccato fuori casa della ex che stalkerava

Innanzitutto, la condanna ai domiciliari non è stata rispettata. Gli agenti della Polizia di Stato hanno rilevato ripetute e gravi violazioni. Il 30enne, infatti, non solo usciva frequentemente senza permesso, ma è stato sorpreso anche in un locale vicino all'abitazione della vittima. Il comportamento ha destato seria preoccupazione tra gli inquirenti.

Le violazioni, già di per sé gravi, sono sfociate in un episodio ancora più allarmante. Lo scorso settembre, lo stalker era stato fermato mentre cercava di entrare nel condominio della ex fidanzata, in evidente violazione del divieto di avvicinarsi alla donna e ai luoghi che frequenta.

Questo tentativo di aggirare le misure restrittive ha convinto l’Ufficio di Sorveglianza che la misura domiciliare non fosse più sufficiente per garantire la sicurezza della vittima e si sono riaperte le porte del carcere.

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