Sicurezza sul lavoro, al Galilei per diventare safety leaders
Nel 2017 sono state 1115 le morti sul lavoro: tre al giorno.
Sicurezza sul lavoro: dalla scuola per costruire i leader della sicurezza di domani. Si è tenuto all’IIS Galilei di Crema l’incontro con Andrea Trespidi, Ambassador di Italia Loves Sicurezza, ferroviere cremasco che da anni si occupa di sicurezza e che proprio al Galilei aveva studiato. L’incontro formativo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è stato organizzato per le classi 4IC/TA e 5TA, Ecco la sua intervista.
Italia Loves Sicurezza, chi siete?
“Italia Loves Sicurezza è un movimento di persone unite dalla passione per la salute e la sicurezza – ha spiegato – uomini e donne che credono nella necessità di rivoluzionare il modo con cui questi temi sono comunicati, percepiti e vissuti, adottando canali di comunicazione basati sulla partecipazione, emozione e coinvolgimento, promuovendo la leadership, il prendersi cura, l’avere a cuore, come motore del cambiamento”.
E’ così grave il problema della Sicurezza in Italia?
“Disastroso. Nel 2017 1.115 morti. Tre al giorno. Non sappiamo chi sono, quando succederà, ma ogni giorno tre telefonate o tre citofoni suonano con questo messaggio. Non possiamo continuare così, per questo parliamo di rivoluzione, cambiare molto e in breve tempo. Gli ambassadors, i portatori della buona notizia, si impegnano in cinque modi: agire, intervenire, seminare, condividere, coinvolgere – ha chiarito – Agire, fare, è il motore del movimento. Organizziamo eventi in occasione del 28 aprile, giornata mondiale della sicurezza, questo ci permette di creare attenzione e raggiungere le persone direttamente, utilizzando canali di comunicazione diversi da quelli canonici nella sicurezza: teatro, musica, cinema, edutainment (educazione, gioco e intrattenimento in un unico formato), favole. Ne organizzeremo circa 600 quest’anno”.
Per gli studenti cosa proponete?
“Abbiamo bisogno di safety leaders (leader della sicurezza), di ragazzi che vogliano vivere la sicurezza in modo diverso e lasciare un segno, impegnarsi per un mondo migliore, per un futuro più sicuro – ha proseguito – Prendersi responsabilità, avere coraggio. Si può parlare con loro, ascoltano, hanno intelligenza ed energia. Il cambiamento passa attraverso di loro ma dobbiamo imparare e impegnarci a parlare la loro lingua. Questo non è facile. Abbiamo portato uno spot sulla disattenzione, una canzone rap sulla sicurezza di un loro coetaneo e un film sui comportamenti della Fondazione LHS. Sono certo che i risultati arriveranno, qualcuno di loro si impegnerà, il coraggio e la testa ce l’hanno. Noi cerchiamo con i nostri eventi che ci mettano la volontà.
Quali sono le prossime tappe?
“Anche il paese dove vivo, Offanengo, si sta impegnando attivamente. Il 27 aprile ci saranno tre eventi, la mattina la Protezione Civile a scuola per educare al rischio sismico e industriale, “Rischio, ma non Tremo”, il titolo riassume l’obiettivo. A mezzogiorno farà tappa in paese Mario Stigliano, runner che sta correndo una corsa in conto alla rovescia, 1.000 km da Ginosa (TA) a Milano, l’obiettivo è arrivare a zero, zero morti sul lavoro. La sua corsa è sinonimo di impegno, di azione. La sera in biblioteca avremo la possibilità di vedere uno dei film sulla salute più interessanti del panorama odierno, Choose Life – Scegli la Vita -, un film normalmente riservato alle aziende che per l’occasione è disponibile per la cittadinanza”.
È la prima volta in paese?
“No, l’anno scorso in biblioteca a Offanengo portammo un laboratorio per bambini in età dell’infanzia, la favola di Sallihs, il pesciolino che sogna le montagne. Quest’anno Sallihs sarà alle prese con la montagna nel mare. Sono fiabe di cui io sono l’autore e che vengono distribuite gratuitamente negli store digitali, le ho create come occasione per parlare a piccoli e grandi di sicurezza e ambiente, e non solo. Sono strumenti a disposizione di tutti, questo è quello che intendiamo quando diciamo condividere e seminare, coltiviamo oggi nelle nuove generazioni per avere domani una nuova cultura. Nella foto con il libro ci sono: Daniele Barbone, imprenditore ultra maratoneta autore della prefazione e Franco Arborio CEO di EcoSafe, finanziatore del progetto di Sallish”.
Un messaggio per chiudere…
“Intervenite. Intervenire è un dovere. Cinture non allacciate, cellulari alla guida, ragazzi senza casco, lavoratori sui tetti senza dispositivi salvavita. Non facciamo foto. Interveniamo. Cambiamo il loro comportamento, che abbiano amore per la sicurezza, amore per la vita. Che tornino a casa”, ha concluso.