Si toglie la vita a 28 anni, la tragica storia di Douglas Dall’Asta: tra l'adozione e l'abbandono
Dal sogno di una nuova vita all’adozione spezzata: il doloroso percorso di Douglas tra abbandono, lotta legale e il tragico epilogo che scuote Cremona

La sua storia straziante ha sconvolto tutta la comunità cremonese e non solo. Originario del Brasile, si trasferì in Italia dopo l’adozione, assumendo il cognome dei genitori adottivi, che però decisero di abbandonarlo poco dopo.
Travolto da un profondo senso di solitudine e da pensieri tormentati, Douglas Dall’Asta ha compiuto un gesto estremo nella giornata di domenica 22 giugno 2025, a Cremona. Nel suo ultimo pensiero, rivolto al cagnolino Jack – compagno fedele e unico conforto nella sua vita – ha lasciato un biglietto affinché qualcuno si prendesse cura di lui.
La storia di Douglas Dall’Asta
Una storia travagliata raccontata tra le pagine del libro "Figlio di Nessuno", scritto insieme alla giornalista Valentina Reggiani. Parole che racchiudono i momenti di estrema sofferenza vissuti dal 28enne che dal Brasile è volato fino in Italia con la speranza di vivere una vita piena di amore e felicità.
Il suo sogno, desiderato anche da chi come lui si trovava nella sua stessa condizione, è andato però in frantumi subito dopo l'adozione.
Facciamo chiarezza
Douglas Dall’Asta viene adottato da una famiglia italiana in Brasile dove ha vissuto fino all'età di 9 anni. Dopo 4 mesi dall'adozione si trasferisce in Italia, a Piadena Drizzona, insieme alla sua famiglia adottiva. Il suo sogno però si trasforma presto in un incubo per via della decisione presa dai genitori adottivi, i quali - dopo solo qualche giorno dal rientro in Italia - decidono di abbandonarlo.
La motivazione? Un'apparente aggressività dell'allora bambino di soli 9 anni e l'incompatibilità caratteriale con il fratellastro - figlio biologico della coppia.
Tra servizi sociali e tutori legali
A seguito della decisione presa dai genitori adottivi, motivata anche da una presunta aggressione da parte del bambino nei confronti del padre adottivo - Douglas lo avrebbe minacciato con un coltello - all'età di 9 anni si ritrova senza alcun riferimento nella sua vita, tra le mani dei Carabinieri e dei Servizi Sociali.
Il sindaco del comune, all’epoca Ivana Cavazzini, diventa sua tutrice legale e lui viene trasferito in una struttura per minori situata nel comune di Castiglione delle Stiviere - dove vive fino all'età di 18 anni.
Dopo un’infanzia travagliata, la sua esistenza ha iniziato a scorrere tra comunità e strada, fino all’arresto nel 2016 per piccoli furti. Un momento di svolta è arrivato con l’incontro dell’avvocato Gianluca Barbiero, che ha scelto di prenderlo a cuore e seguirne la vicenda. Dopo una lunga battaglia legale, i genitori adottivi sono stati obbligati al mantenimento del giovane, come stabilito prima dal Tribunale di Cremona e successivamente confermato dalla Corte d’Appello di Brescia.
Il gesto estremo
Nelle pagine del libro "Figlio di nessuno", raccontava il dolore mai sanato e il senso di abbandono che aveva segnato la sua vita poco dopo l’adozione. Domenica, nel suo appartamento a Cremona dove risiedeva da tempo, Douglas ha deciso di porre fine alla sua sofferenza.
La deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, la quale ha seguito la sua storia da vicino, ha deciso di porgergli un ultimo saluto:
"Douglas si è tolto la vita questa notte. Con la giornalista Valentina Reggiani avevamo raccontato più volte la sua storia, anche in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Una storia dura, che lasciava senza fiato. Douglas era un ragazzo brasiliano di 28 anni. Era stato adottato da una coppia italiana all’età di 9 anni. Ma dopo pochi giorni, fu rispedito indietro, come un pacco reso al mittente, come se fosse possibile restituire un bambino che non andava più bene. Da quel momento in poi, ha vissuto in comunità, poi in strada.
Ha conosciuto la droga, la solitudine, la povertà. Ma soprattutto, ha portato dentro di sé il peso di un abbandono che nessun bambino dovrebbe mai subire. Douglas aveva scritto, insieme a Valentina Reggiani, un libro: "Figlio di nessuno". Un titolo che dice tutto. Perché in fondo, così si è sentito per tutta la sua vita. La sua morte è un colpo al cuore. Ma deve essere anche uno schiaffo alle coscienze. Ci interroghi tutti — sulle adozioni fallite, sulla fragilità di chi viene lasciato ai margini, sulla responsabilità che abbiamo verso chi è più vulnerabile. Non se ne parla mai abbastanza e i traumi provocati possono essere fatali. Il mio pensiero oggi va a Douglas e alle persone che gli hanno voluto bene, sperando che si agisca perché non esistano più 'figli di nessuno'. "