Si inventano aggressione ad opera di rapinatori armati per giustificare i segni di una rissa

Denunciati per simulazione di reato.

Si inventano aggressione ad opera di rapinatori armati per giustificare i segni di una rissa
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Inventano aggressione ad opera di rapinatori armati in pieno centro a Cremona. Denunciati dai Carabinieri per simulazione di reato.

Inventano aggressione

Per poter giustificare agli occhi dei familiari, i segni riportati nel corso di una colluttazione in cui erano rimasti coinvolti ed anche il contestuale consumo di sostanze stupefacenti, due giovani cremonesi, la mattina del 14 settembre scorso, dopo essersi presentati presso la Caserma “S. Lucia” di viale Trento e Trieste, hanno denunciato di essere stati aggrediti.

Il racconto

Il loro racconto partiva attorno alle 5.00, quando, al rientro da una discoteca, in piazza Lodi a Cremona, hanno detto di essere stati avvicinati da tre soggetti, verosimilmente di nazionalità albanese, che armati di taglierino gli hanno intimato di consegnare il denaro in loro possesso. Sempre secondo il racconto dei due denuncianti, i rapinatori avevano desistito dal portare a termine il reato, dandosi alla fuga in via Carlo speranza, solo dopo una colluttazione nel corso della quale, uno dei due ha riportato un piccolo taglio al petto giudicato dai sanitari del locale pronto soccorso guaribile in 10 giorni di prognosi e l’altro vari graffi al braccio destro giudicati guaribili in 5 giorni.

Le incongruenze

Al termine degli accertamenti esperiti, anche mediante la visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, da cui risultava che nelle circostanze denunciate, non era stato “immortalato” alcun terzetto o soggetto sospetto, né in piazza Lodi né nelle vie limitrofe, i Carabinieri, dopo averli interrogati in modo scrupoloso, ed in particolare dopo aver rilevato numerose incongruenze tra i racconti dei due, hanno denunciato alla locale Autorità Giudiziaria per simulazione di reato un 27enne, nato e residente a Cremona, disoccupato e un 28enne anche lui nato e residente a Cremona, di professione cameriere.

La verità dei fatti

Gli accertamenti hanno consentito di appurare che gli stessi hanno inventato di essere stati vittime della citata rapina in piazza Lodi, in particolare per poter giustificare  nei confronti di alcuni familiari, i segni riportati nel corso di una colluttazione in cui erano rimasti precedentemente coinvolti ed un contestuale consumo di sostanze stupefacenti nel corso di una festa privata tenutasi in una cascina della provincia.

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