Servizi sessuali a pagamento in un appartamento al quartiere Po
Tre uomini e una donna denunciati per sfruttamento della prostituzione
La Polizia di Stato ha concluso un'importante operazione che ha portato alla denuncia di quattro cittadini cinesi per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione a partire dal mese di gennaio. Reati commessi in un appartamento situato nel centro di Cremona.
Attività sospetta in appartamento
L'indagine è infatti partita a metà gennaio, quando i poliziotti hanno notato un'attività sospetta in un appartamento nel quartiere Po di Cremona. L'abitazione in questione, disabitata da parecchio tempo, era stata presa in affitto da una cittadina cinese nel novembre del 2023, come confermato anche dal nominativo presente sul citofono della palazzina e, alcune settimane dopo, aveva cominciato ad ospitare stabilmente numerose donne di origine cinese, con un importante afflusso di persone.
Sfruttamento della prostituzione
Diverse operazioni di osservazione hanno permesso di identificare i frequentatori dell'appartamento, molti dei quali hanno confermato di avervi trovato donne che offrivano servizi sessuali. Gli incontri venivano organizzati tramite siti internet. Inoltre, sono stati individuati anche i soggetti che si occupavano di organizzare logisticamente tutti i servizi, accompagnando le donne in tutti i loro movimenti, oltre a preoccuparsi di tutte le loro esigenze e della gestione dell’abitazione.
40enne espulsa
Gli investigatori, alcuni giorni fa, hanno quindi fatto accesso all'appartamento, identificando le donne presenti e confermando i sospetti. Tra di esse, è stata individuata una donna cinese di 40 anni, irregolare sul territorio nazionale, che è stata espulsa con un Ordine di allontanamento disposto dal Questore di Cremona.
Sequestrati 3mila euro
Durante la perquisizione sono stati rinvenuti e sequestrati circa 3mila euro in contanti, ritenuti il frutto dell'attività di sfruttamento della prostituzione. Quattro cittadini cinesi, tre donne e un uomo, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Cremona.