Senzatetto e sbandati all'Ospedale Maggiore: ecco perché non si trova una soluzione

Si tratta di un problema molto serio che ovviamente interessa la serenità dei cittadini che sviluppano una percezione di degrado verso la struttura.

Senzatetto e sbandati all'Ospedale Maggiore: ecco perché non si trova una soluzione
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Senzatetto e sbandati all’Ospedale Maggiore di Lodi: le Dirigenza sa tutto, vi spieghiamo perché non si prende una risoluzione decisa.

Senzatetto e sbandati all’Ospedale di Lodi

Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto una raffica di segnalazioni da parte di alcuni lettori che lamentavano la presenza, anche in orari notturni, di persone moleste, presenze ricorrenti che – come è risaputo – sono solite stazionare presso il Pronto Soccorso o l’ingresso del Maggiore. Nella fattispecie i cittadini facevano presente quanto fossero disturbanti, in un contesto dove le persone si sentono già più fragili a causa di problemi di salute, schiamazzi poco rassicuranti.

La parola all’Ospedale Maggiore

Come spesso accade, però, questioni tanto complesse non sono di facile risoluzione nonostante la spinosa questione sia arcinota a tutti, alte sfere del Maggiore comprese. La nostra redazione ha contatto l’ufficio stampa dell’Ospedale Maggiore, che ha fatto un punto sull’attuale situazione.

“E’ tutto vero”

“E’ tutto vero, non sappiamo se si tratti di senzatetto o sbandati, però siamo a conoscenza della loro presenza, soprattutto presso alcune zone d’ingresso. Possiamo invece garantire che non si sono registrati accessi ai reparti. Si tratta di un problema molto serio che ovviamente interessa la serenità dei cittadini che sviluppano una percezione di degrado verso la struttura, laddove queste presenze non rappresentano l’affidabilità dell’Ospedale Maggiore”, hanno asserito.

Abbiamo le mani legate

Perché, quindi, risulta così difficile intervenire? Per prima cosa è importante fare una distinzione tra coloro che arrecano fastidio ai pazienti, risultando molesti e disturbanti, e invece altri ospiti davvero “invisibili” che sono puliti, educati, rispettosi e chiedono solo di poter stare al caldo per qualche ora senza dare alcun fastidio (infatti sappiamo che si recano alla Caritas dove mangiano e si lavano regolarmente). Non sono certo questi senzatetto l’oggetto delle lamentele dei cittadini, piuttosto sono quegli “affezionati” tutt’altro che tranquilli.

“A seguito delle aggressioni abbiamo anche intensificato le guardie notturne, c’è un presidio e un controllo costante, questo lo garantiamo. Per fare in modo che la situazione non trascenda mai. D’altro canto non è possibile chiudere un ospedale a nessuno. E’ sufficiente che una di quelle persone dica di non sentirsi bene e automaticamente noi siamo tenuti a occuparcene. In caso contrario sarebbe un’omissione di soccorso. E’ complesso. Uno di questi “affezionati” l’ho recentemente visto con un piede ingessato, siamo d’accordo che un’ingessatura non ce la si può inventare. Diventa estremamente difficile muoversi in questo scenario, abbiamo le mani legate.”

Una cintura di sicurezza?

Le responsabilità circa ciò che succede all’interno sono naturalmente dell’Ospedale Maggiore, ma negli spazi immediatamente adiacenti la struttura sanitaria, quali il parcheggione e il Lungo Adda, per intenderci, potrebbe essere implementato il controllo: fare rete con Amministrazione comunale e Forze dell’ordine potrebbe quindi aiutare a risolvere il problema.

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