Muore 28enne al lavoro, grave infortunio all'acciaieria Arvedi

L'incidente mortale è avvenuto poco dopo le 14 di oggi.

Muore 28enne al lavoro, grave infortunio all'acciaieria Arvedi
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Muore al lavoro, grave infortunio a Cremona intorno alle 14 di oggi. Un ragazzo di 28 anni ha perso la vita nei pressi di un impianto lavorativo situato alla frazione Cavatigozzi.

Muore al lavoro

Grave infortunio sul lavoro nel pomeriggio di oggi, un operaio di 28 anni, M.B. di Pescarolo, ha persona la vita. L'incidente è avvenuto quindici minuti dopo le 14 di oggi, venerdì 19 aprile 2019, all'acciaieria Arvedi di via Acquaviva alla frazione Cavatigozzi. Il giovane magazziniere si trovava nell'area esterna dell'azienda quando è stato travolto da un macchinario in movimento (muletto).

Sul posto gli operatori del 118, con ambulanza e automedica, una squadra dei Vigili del Fuoco, le forze dell'ordine e i tecnici della Tutela del Lavoro per accertare eventuali responsabilità.

Per il coinvolto purtroppo non c'è stato nulla da fare.

Spera (Ugl):”Morire sul lavoro è segno d’inciviltà”

“Morire sul lavoro è segno d’inciviltà. Questo è il contrario di quanto stabilito nell’’art.38 della Costituzione Italiana. Noi non ci stiamo e forte è il grido che ancora non si può morire sul lavoro”.

Lo dice Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl metalmeccanici appresa la triste notizia del grave infortunio sul lavoro nel pomeriggio di oggi a Cremona, dove un operaio di 28 anni ha persona la vita.

"Le morti sul lavoro sono segno di sottosviluppo e inciviltà e, spesso, - conclude Spera – per l’Ugl sono la conseguenza di mancanza di tutele dei lavoratori e scarsi controlli. Il lavoro in regola non può essere considerato un regalo del datore di lavoro al lavoratore, ma un diritto. Esprimendo il nostro rammarico, chiediamo  alle forze dell’ordine e ai tecnici della Tutela del Lavoro serrati accertamenti con aggravio a chi oggi ha avuto responsabilità sull’accaduto. L’Ugl condanna qualsiasi forma di grave, inaccettabile e ingiustificabile mancanza di prevenzione, ritenendo, inoltre, che non si può morire di lavoro”.

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