Messa: stop al distanziamento per chi convive o svolge vita sociale in comune
Ecco la risposta del Viminale ai quesiti posti dalla Conferenza episcopale italiana.
Ecco la risposta del Viminale ai quesiti posti dalla Conferenza episcopale italiana.
Durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all'obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o persone che condividono abitualmente gli stessi luoghi dove svolgono vita sociale in comune. Reintrodotti anche i cori e i cantori.
Come riporta Prima Merate, a metà luglio il Cts del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno ha preso in esame la prima richiesta, facendo cadere il limite dei 200 posti e demandando la decisione a ogni Regione. In Lombardia il limite è stato quindi portato a 350 fedeli.
“Durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo famigliare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi e/o svolgono vita sociale in comune”, si legge nella nota del Viminale.
Cori e cantori distanziati
Nella riunione del 10 giugno, infine, il Comitato ha statuito che, sulla base degli attuali dati epidemiologici, è possibile la reintroduzione dei cori e dei cantori, “i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno un metro e di almeno due metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti”. Tali distanze potranno essere ridotte soltanto ricorrendo a barrire fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.
“L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico comportamentali e in particolare il distanziamento di almeno due metri”, si legge ancora nella nota del Viminale.