A Cremona, Soresina e Casalmaggiore

Maxi sequestro: 10mila mascherine e 18mila guanti monouso non a norma

L'operazione della Guardia di Finanza di Cremona. Codacons: Prosegue il "business del dolore".

Maxi sequestro: 10mila mascherine e 18mila guanti monouso non a norma
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Maxi sequestro della Guardia di Finanza di Cremona: 10mila mascherine e 18mila guanti monouso non a norma. Codacons: "Controllate sempre la presenza delle indicazioni in italiano e denunciate senza indugio le frodi commerciali!"

Sequestrati 10mila mascherine e 18mila guanti monouso non a norma

Questa mattina, 10mila mascherina e 18mila guanti in lattice sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale Cremona sul territorio cremonese, e in particolare, presso una catena di grande distribuzione di Cremona, presso un commerciante all’ingrosso di Casalmaggiore e presso un’altra catena di supermercati a Soresina. Questo il bilancio di una serie di controlli sulle violazioni alle norme previste dal Codice del Consumo.

Privi di indicazioni in lingua italiana

In particolare, a Cremona sono stati sequestrati 18.000 guanti, asseritamente in lattice, privi di ogni indicazione in lingua italiana sui materiali utilizzati per la produzione e sulle possibili allergie e intolleranze che tali materiali potrebbero sviluppare in soggetti sensibili.

A Soresina invece, i finanzieri della Tenenza di Crema hanno sequestrato 1.250 mascherine generiche, che non riportavano informazioni in lingua italiana sulle materie prime utilizzate e sul fatto che tali prodotti non garantissero la protezione delle vie respiratorie in quanto non utilizzabili come dispositivi di medici o di prevenzione individuale.

Casalmaggiore, presso un commerciante all’ingrosso di materiali per ferramenta che le aveva importate direttamente dalla Cina, sono state sequestrate, perché pronte per la commercializzazione, 9.000 mascherine generiche, anch’esse prive di ogni informazione in lingua italiana, ma anche prive delle avvertenze sul fatto che non erano in grado di garantire in alcun modo la protezione delle vie respiratorie in quanto non utilizzabili come dispositivi medici o di prevenzione individuale.

I prodotti sono stati sottoposti a sequestro amministrativo ed è stata avvisata la Camera di Commercio di Cremona, che si occuperà di comminare le sanzioni amministrative.

La paura potrebbe farci fare passi falsi

Codacons: “Una situazione paradossale: per proteggerci dal Covid-19 non solo siamo disposti a sborsare cifre astronomiche per mascherine e guanti ma, spesso, anche di utilizzare prodotti non a norma, senza indicazioni in lingua italiana sulla composizione e sulla provenienza, in spregio alla normativa del Codice del Consumo. La paura potrebbe farci fare passi falsi e, sebbene (in teoria) protetti dal virus, in pratica saremmo esposti a rischi enormi, quali allergie e intolleranze, che potrebbero portare a uno shock anafilattico. Di sicuro, ai criminali del business del dolore, importa solo il guadagno e non certo la certificazione a norma dei dispositivi medici e di protezione individuale! Una attività fraudolenta e scorretta, sovente architettata da imprese non del settore che, pur di speculare, si “riciclano” improvvisandosi produttori e rivenditori di dispositivi medici e di protezione non a norma e/o contraffatti, che palesemente violano il Codice del Consumo. 

Il Decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, meglio noto come Codice del Consumo, sancisce il diritto per ogni consumatore di veder garantiti i propri diritti (tra i quali il diritto alla tutela della salute, alla sicurezza ed alla qualità dei prodotti acquistati). Ciò è possibile attraverso una adeguata, corretta e trasparente informazione. Per tali ragioni tutti i prodotti destinati al consumatore e commercializzati sul territorio nazionale devono riportare, in lingua italiana, chiaramente visibili e leggibili oltre alla denominazione merceologica i dati del produttore o importatore, il Paese di origine se situato fuori dell’Unione europea e, cosa non meno importante, l’eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all’uomo, alle cose o all’ambiente nonché i materiali impiegati ed i metodi di lavorazione ove questi siano determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto. Prestate sempre la massima attenzione! La salute non ha prezzo ed essere informati è un diritto! 

Il Codacons, indignato, ricorda ai cittadini e ai consumatori che le frodi in commercio, le manovre speculative su merci, la detenzione per la vendita di capi con marchi contraffatti e la ricettazione sono reati. E, nella fattispecie, la frode nell’esercizio del commercio è un reato punibile ai sensi dell’art. 515 del codice penale. A maggior ragione, in epoca di pandemia, allorquando l’acquisto dei dispositivi sanitari e di protezione è finalizzato alla protezione contro il virus. Denunciate senza indugio! Queste condotte devono essere segnalate, represse, condannate! A difesa dei consumatori, come ogni giorno, siamo a disposizione per segnalazioni, raccogliere denunce e richiedere consulenze on line e a distanza al n.ro 3479619322 – codacons.cremona@gmail.com”.

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