Madre terrorizzata dal figlio violento: per tre anni è stata vittima di botte continue, insulti e minacce
La vita tra le mura domestiche era diventata insostenibile: al termine dell'ennesima lite, con il timore che le potesse accadere qualcosa di grave, la donna ha trovato la forza di denunciare
Feroci litigi, spinte, strattonamenti, danneggiamento di mobili ed elettrodomestici, lancio di oggetti, insulti e minacce. Un'escalation di violenza che una madre di Pizzighettone, nel corso degli ultimi tre anni, ha dovuto sopportare senza alcuna possibilità di poter denunciare i continui soprusi e maltrattamenti subiti dal figlio. Al termine, però, dell'ennesimo grave diverbio in casa, la donna ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai Carabinieri che, dopo rapide e accurate indagini, sono intervenuti per porre fine a una situazione divenuta ormai totalmente insostenibile.
Figlio violento terrorizza la madre per tre anni
Nel pomeriggio di venerdì scorso, 12 gennaio 2024, i Carabinieri della Stazione di Pizzighettone hanno sottoposto un cittadino con precedenti di polizia a carico alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento, sancita dal Tribunale di Cremona, per tutelare la madre che aveva denunciato i ripetuti maltrattamenti subiti negli ultimi tre anni.
Il provvedimento è stato emesso a seguito dei fatti che la donna, a fine dicembre, aveva raccontato ai militari dell'Arma. La vittima ha riferito ai carabinieri la situazione tra le mura domestiche con il figlio ha cominciato a peggiorare da circa tre anni. Infatti, dalla fine del 2020, in più occasioni aveva insultato la madre che era stata costretta talvolta a chiedere l’intervento delle Forze dell'Ordine. In altre occasioni, sempre a seguito di litigi per motivi banali, l’aveva strattonata o spinta contro il muro, senza provocarle lesioni.
Nel 2022, in una circostanza, aveva danneggiato alcuni mobili della casa di residenza e aveva lanciato un barattolo di vernice su alcune pareti, sulle tende e sul pavimento, provocando l’imbrattamento nella casa. Gli scontri, tuttavia, sono gradualmente peggiorati fino al dicembre dello scorso anno quando il figlio aveva innescato un diverbio con la madre, agendo con violenza contro gli arredi dell’abitazione familiare, danneggiando irreparabilmente alcuni elettrodomestici.
Poi le aveva sputato addosso e aveva rotto il telefono cellulare della donna che era stata anche afferrata per i polsi e strattonata più volte. La donna ha quindi raccontato quello che succedeva da tempo ovvero che subiva condotte violente e minacciose da parte del figlio e che la situazione era in costante peggioramento.
Il figlio non si potrà più avvicinare alla madre
La donna non si era mai presentata al pronto soccorso per curare le ferite riportate e non aveva mai denunciato i fatti.
Alla fine di dicembre ha deciso di raccontare tutto ai militari perché il clima di costante sopruso al quale doveva sottostare aveva creato una situazione incompatibile con le normali condizioni di vita e la vittima aveva anche rappresentato la sua paura che potesse succedere qualcosa di più grave perché il figlio era incapace di controllare la rabbia.
I militari hanno quindi avviato le indagini trovando riscontro a quanto riferito dalla vittima. Hanno raccolto tutte le informazioni utili a delineare la situazione creatasi tra le mura domestiche, raccogliendo le dichiarazioni di chi aveva saputo delle violenze e verificando che erano state scattate delle fotografie agli ematomi provocati alla donna quando, l’ultima volta, era stata afferrata per le braccia.
Tenuto conto della gravità dei maltrattamenti posti in essere, delle percosse, dello stato di ansia e terrore causato alla vittima, l’autorità giudiziaria ha emesso il provvedimento a tutela dell’incolumità fisica della donna, imponendo all’uomo di lasciare immediatamente la casa familiare e di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima. Il provvedimento è stato immediatamente notificato all’uomo dai Carabinieri di Pizzighettone, competenti per territorio sul luogo di residenza del presunto autore del fatto.