Incidente mortale all'acciaieria Arvedi: chi era il 28enne che ha perso la vita

Il giovane magazziniere è stato travolto da un muletto. Spera (Ugl): "Non si può morire di lavoro"

Incidente mortale all'acciaieria Arvedi: chi era il 28enne che ha perso la vita
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Incidente mortale all'acciaieria Arvedi: ecco chi era Marco Balzarini, il 28enne, vittima nel pomeriggio di ieri di un infortunio mortale sul lavoro.

Incidente mortale all'acciaieria Arvedi: chi era Marco

Marco Balzarini magazziniere di 28 anni ha perso la vita alle ore 14.15 di ieri, venerdì 19 aprile 2019, travolto da un muletto nel magazzino esterno dell’area Nord all’acciaieria Arvedi. Inutile purtroppo ogni tipo di soccorso.

Marco viveva a Pescarolo ed Uniti. Lo piangono la mamma Elena e il papà Gianemilio, con i quali viveva, e il fratello più grande Fabio. Nel piccolo paese di Pescarolo, che conta poco più di 1.500 abitanti, era conosciuto e ben voluto da tutti. Grande amante del calcio, la sua grande passione era la Juventus. Il sindaco del paese, Graziano Cominetti, ha indetto per oggi il lutto cittadino.

Anche l'acciaieria Arvedi su richiesta unitaria di FIM FIOM UILM ha deciso di fermare totalmente la produzione, in segno di lutto, dalle ore 22.00 di ieri alle ore 6 del 21 aprile 2019.

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"Non si può morire di lavoro"

Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl metalmeccanici appresa la triste notizia del grave infortunio ha così dichiarato:

"Morire sul lavoro è segno d’inciviltà. Questo è il contrario di quanto stabilito nell’’art.38 della Costituzione Italiana. Noi non ci stiamo e forte è il grido che ancora non si può morire sul lavoro”.

“Le morti sul lavoro sono segno di sottosviluppo e inciviltà e, spesso, – conclude Spera – per l’Ugl sono la conseguenza di mancanza di tutele dei lavoratori e scarsi controlli. Il lavoro in regola non può essere considerato un regalo del datore di lavoro al lavoratore, ma un diritto. Esprimendo il nostro rammarico, chiediamo  alle forze dell’ordine e ai tecnici della Tutela del Lavoro serrati accertamenti con aggravio a chi oggi ha avuto responsabilità sull’accaduto. L’Ugl condanna qualsiasi forma di grave, inaccettabile e ingiustificabile mancanza di prevenzione, ritenendo, inoltre, che non si può morire di lavoro”.

(Foto tratta dal profilo Facebook di Marco Balzarini)

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