Il triangolo della legionella a Brescia: LA MAPPA

Sotto la lente aziende a Montichiari, Calvisano e Carpenedolo: hanno vaporizzato nell'aria il batterio.

Il triangolo della legionella a Brescia: LA MAPPA
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Mistero svelato: l’epidemia di legionella a Brescia ha un’origine. Sono le torri di raffreddamento presenti nelle industrie che costellano il territorio l’indiziato numero uno nella diffusione del batterio che ha innescato il diffondersi a macchia d’olio di 191 casi di ricovero per polmonite ( quasi una ventina i Comuni con casi accertati, anche fuori provincia, a MantovaCremona).

LA MAPPA INTERATTIVA (in rosso i Comuni nei quali si trovano le tre aziende da cui si sarebbe diffusa l’epidemia, in blu gli altri Comuni in cui si sono registrati casi di contagio):

Legionella a Brescia: ecco perché

Svelato il veicolo di trasmissione dell’epidemia di polmoniti batteriche che sta creando ansia in tutta la Bassa: dalle analisi effettute da ATS Brescia sono risultate positive alla legionella 9 delle 14 torri di raffreddamentopresenti nelle industrie che costellano il territorio.

Esclusi dunque gli acquedotti e gli altri impianti di distribuzione acque che non presentano nessuna criticità.

Sotto la lente in particolare impianti a Calvisano e Carpenedolo. Positiva anche una delle due torri della Cartiera del Chiese a Montichiari. Insomma ecco il triangolo della legionella, che visivamente risulta anche con evidenza epicentro del contagio.

Un mistero difficile da risolvere

Il punto è che a legionellosi si contrae attraverso il batterio della legionella, che però si trova in acqua: per ammalarsi bisogna inalare gocce microscopiche nebulizzate nell’aria (e in ogni caso, statisticamente, si ammala davvero comunque solo il 5% di chi le ha respirate, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità).

Insomma, non è così facile entrare in contatto con la legionella. Nè scoprire l’origine del contagio (a Bresso sono ancora là che si interrogano). Invece ora è chiaro come si siano potuti registrare tanti casi di contagio in così poco tempo, nel Bresciano: le torri di raffreddamento hanno veicolato vapore acqueo “infetto”, spargendolo a media quota per un raggio di chilometri.

Insomma non c’entrava affatto il “povero” fiume Chiese… anche perché per nebulizzare l’acqua di un fiume servono o vere e proprie cascate, oppure sistemi di irrigazione dei campi che prevedono la nebulizzazione di acque fluviali.

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