Futuro dei giornalisti, convegno in Liguria: anche la Lombardia in trasferta

Sotto la lente in particolare anche la categoria dei pubblicisti.

Futuro dei giornalisti, convegno in Liguria: anche la Lombardia in trasferta
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Quale sarà il futuro dei giornalisti? Una domanda complessa, alla quale si cercherà di dar risposta nel corso di un convegno con la partecipazione di esponenti nazionali dell’Ordine dei Giornalisti e della FNSI.

Futuro dei giornalisti: il convegno

Avrà luogo presso la Società Economica di Chiavari (GE), sabato 23 giugno 2018 alle ore 11. E’ organizzato da Tribuna Stampa, che sin dal 1965, ovvero dalla costituzione dell’Ordine, ha rappresentato i pubblicisti, ovvero i giornalisti che non svolgono esclusivamente questa professione.

Il convegno è aperto al pubblico perché – intendendosi aprire con questo convegno un dibattito sul rinnovamento del quadro normativo nel quale i giornalisti andranno operare – questo dibattito non poteva non coinvolgere tutti i cittadini, essendo un’informazione completa ed indipendente elemento essenziale per lo sviluppo del Paese.

Aperto da un cenno di benvenuto del sindaco di Chiavari, Marco Di Capua, e del presidente della Società Economica, Francesco Bruzzo, il convegno di rilievo nazionale si svolge per un motivo quasi simbolico a Chiavari nella sede della Società Economica in quanto in un certo senso culla del pubblicismo, grazie al ruolo svolto da un compianto presidente della Società Economica, Antonio Garbarino.

Il “famigerato” GDPR

Il disagio nel quale si dibatte la categoria, la necessità di colmare un distacco fra l’operatore e l’utente dell’informazione, oltre all’inadeguata rappresentanza dei pubblicisti, hanno suggerito per il convegno tre temi.

Il primo tema riguarda i possibili rischi dopo il 25 maggio scorso, ovvero dopo l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (General Data Protection Regulation), per determinate categorie, come per esempio i giornalisti. Senza la pubblicazione del Decreto Legislativo in itinere, che renda operative in Italia le deroghe e le esenzioni, che lo stesso Regolamento consente per svariate categorie, i giornalisti, le associazioni di pubblico interesse, come le associazioni di Volontariato di Protezione Civile, ed altri gruppi potrebbero essere a rischio. Al riguardo, oltre ad esperti del settore, per le similitudini intercorrenti, interverrà il presidente della Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile, Patrizio Losi.

Abolizione o modifica dell’Ordine?

Il secondo tema è centrale per il futuro della nostra professione e riguarda il quadro normativo, che potrebbe regolare la nostra attività, dopo un’eventuale abolizione od una modifica della legge istitutiva dell’Ordine e le modalità della partecipazione dei pubblicisti, che sono larga maggioranza dei giornalisti italiani, ad un’eventuale proposta di modifica. Sarà considerata in particolare la legge n.4 del 2013 che potrebbe applicarsi ai giornalisti in caso di abolizione della legge istitutiva ed ipotesi di modifica. Parteciperanno fra gli altri al dibattito Gino Falleri, Vice Presidente OdG del Lazio, Assunta Currà, Vice Presidente Associazione Lombarda Giornalisti, Angelo Baiguini Consigliere Nazionale dell’OdG, Franz Foti, Consigliere Nazionale FNSI.

Giù le mani dai pubblicisti

Il terzo tema riguarda la ricerca di un modo concreto per i pubblicisti d’essere solidali con i colleghi oggetto di intimidazione, ovvero riguarda la ricerca di un modo concreto di tutelare la libertà d’informazione e la possibilità di contrastare fenomeni di altissima pericolosità sociale. Alberto Spampinato, dell’associazione Ossigeno per l’informazione, e testimonianze al proposito, potrebbero indurre la FNGPI alla ricerca di forme di collaborazione con questa organizzazione. Grazie al fatto di venirne a conoscenza per loro presenza anche nell’attività non giornalistica, i giornalisti pubblicisti avrebbero la possibilità di segnalare alla Direzione Investigativa Antimafia (DIA), fatti e circostanze, che alimentino il ragionevole dubbio della presenza sul territorio di quanto il Codice Penale all’articolo 416 bis associazione di tipo mafioso, anche di tipo non tradizionale. Ciò potrebbe costituire un’importante e penetrante azione preventiva avverso l’intimidazione di colleghi e particolarmente utile per combattere un fenomeno di altissima pericolosità sociale.

I criteri di rappresentanza dei giornalisti pubblicisti negli organismi di
categoria sono inadeguati. Ad esempio, il Consigliere Nazionale
dell’Ordine dei Giornalisti, Angelo Baiguini (nella foto), si trova a dover
rappresentare da solo circa 14.000 giornalisti pubblicisti della Lombardia,
ovvero più del 10% di tutti i giornalisti italiani.
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