Fondazione Comunitaria in campo per la cura del patrimonio culturale e artistico della provincia di Cremona
Intervista a Don Gianluca Gaiardi, direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi di Cremona.
Tanti i progetti messi in campo da Fondazione Comunitaria per la cura del patrimonio culturale e artistico della provincia di Cremona. Ce ne parla Don Gianluca Gaiardi, direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi di Cremona.
Fondazione Comunitaria in campo per la cura del patrimonio culturale e artistico della provincia di Cremona
Il mantenimento e la cura del patrimonio culturale e artistico è da sempre uno dei temi fondamentali dei progetti che vengono finanziati da Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona. Per questo da diversi anni supporta il lavoro della Diocesi di Cremona nelle operazioni di tutela e conservazione intraprese sul territorio.
“Sono tanti i bandi a cui abbiamo partecipato nel corso degli anni. – spiega Don Gianluca Gaiardi, direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi di Cremona. Un primo esempio significativo che mi viene in mente è il bando degli emblematici maggiori, destinato alla riapertura e rimessa in funzione del palazzo abbaziale di Casalmaggiore. Uno stabile settecentesco, completamente affrescato, che grazie al progetto presentato dalla diocesi e finanziato in parte dalla Fondazione, è stato riaperto al pubblico come museo, oltre che adibito ad archivio storico della Diocesi”.
Un lavoro, quello fatto sul patrimonio immobiliare di proprietà della Diocesi che non è solo di valorizzazione ma anche di riprogettazione degli spazi. “Lavorare con Fondazione non vuol dire soltanto partecipare ai bandi, comporta anche una condivisione di intenti ed una collaborazione ed un supporto, per formulare insieme degli studi di fattibilità dei progetti, che ci permettono di essere lungimiranti per quanto riguarda il recupero del patrimonio. Come è successo per il progetto di restauro del tetto e miglioramento sismico del Duomo di Cremona, realizzato insieme al Politecnico di Milano. Grazie al bando ‘beni al sicuro’ inoltre abbiamo avviato una campagna diagnostica di verifica degli aspetti di stabilità strutturale e messa in sicurezza della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Soncino”.
I progetti futuri
Per quanto riguarda il futuro sono tante le progettualità che la diocesi ha in cantiere con Fondazione. “Abbiamo avviato un processo di ripensamento delle chiese, come immobili, sul territorio cittadino. Considerando come alcuni degli stabili che oggi mantengono una valenza liturgica limitata potrebbero venire riutilizzati verso altri fini, come accaduto per la chiesa di San Marcellino in centro. – continua Don Gianluca – Recentemente inoltre abbiamo ottenuto un altro bando degli emblematici dedicato al recupero della Casa di Nostra Signora, in via Ettore Sacchi. Istituzione caritativa, al centro della Città di Cremona, che agisce in particolare nel campo dell’accoglienza di donne in situazione di difficoltà”.
Un’ultima iniziativa, per la quale la Diocesi tornerà a chiedere il supporto di Fondazione, riguarda il polo museale del Battistero e del Torrazzo di Cremona. “Vogliamo realizzare un ampliamento del piano superiore del palazzo vescovile per creare uno spazio dove esporre gli arazzi di proprietà della diocesi. All’interno del museo inoltre partiranno a breve i lavori di esecuzione per la creazione di una zona di ristoro. Un progetto che svolgerà anche funzione di housing sociale, in quanto garantirà un’opportunità di inserimento lavorativo per ragazzi disabili, e seguirà le finalità del mercato a filiera corta ed equosolidale”.
La marcia in più
Senza il contributo di Fondazione comunitaria della provincia di Cremona nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. “La marcia in più di Fondazione è la sua capillarità. Con loro noi sappiamo di poter lavorare in sinergia e anche per piccoli progetti, su piccoli territori. Le fondazioni territoriali sono un presidio ed un sostegno fondamentale per permettere la nascita e lo sviluppo di progettualità importanti, anche e forse soprattutto nei territori più piccoli e con difficoltà economiche. Tutelando i bisogni anche delle più piccole comunità” conclude Don Gianluca.