Ennesima aggressione in carcere, detenuto ferisce due agenti con un punteruolo
I due poliziotti aggrediti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso da dove sono stati dimessi con una prognosi rispettivamente di 5 e 20 giorni
Ancora un fatto violento all’interno delle carceri lombarde, ancora violenza ignobile nella struttura detentiva di Cremona.
Aggressione in carcere a Cremona
Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, racconta quanto avvenuto ieri mattina nel carcere cremonese: “È di questa mattina (18 gennaio 2023 n.d.r.) la notizia di un’aggressione avvenuta presso il carcere di Cremona. Un detenuto di origine straniera con la scusa di dover effettuare una telefonata ha aggredito con un punteruolo di plastica due agenti della polizia penitenziaria semplicemente per il fatto che non voleva più stare nella sezione ove ubicato".
"Prontamente sono intervenuti altri agenti per ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno della sezione ma i due agenti aggrediti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino dove sono stati dimessi con una prognosi rispettivamente di 5 e 20 giorni.
Il Sappe esprime la propria solidarietà al personale aggredito e gli augura una pronta guarigione. Gli eventi critici sono sempre più soventi presso la struttura di Cremona ove la popolazione detenuta ivi ristretta è principalmente di origine straniera e tale condizione esaspera ancor più’ le condizioni lavorative del personale di Polizia penitenziaria oramai esausto”.
"Non cambia nulla"
Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà al poliziotto contusi a Cremona ed è impietoso nella sua denuncia: “Cambiano governi, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. Ma sembra che a nessuno freghi nulla”.
“Importante e urgente”, prosegue, “è invece prevedere un nuovo modello custodiale. È infatti grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria. Non è certo lasciandoli ore a far nulla nelle celle e nei corridoi delle Sezioni che si favoriscono condizioni di trattamento e rieducazione come prevede la nostra Carta costituzionale. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.
Per Capece, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie.
Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario.
La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l'incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch'essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.