Detenuto non vuole rientrare in cella, agente penitenziario colpito con una testata e poi preso a calci e pugni
Medicato in pronto soccorso, l'agente è stato poi dimesso con una prognosi di sei giorni

Atto di violenza in carcere: un agente ferito a Cremona, aggredito da un detenuto che lo ha prima colpito con una testata e poi preso a calci e pugni.
Violenza in carcere a Cremona
La Casa Circondariale di Cremona è tornata, purtroppo, a essere il teatro di un episodio di violenza. Un detenuto di circa 50 anni, di origine italiana, ha aggredito un agente di Polizia Penitenziaria con una brutalità che ha scosso la comunità penitenziaria e non solo. Il motivo? Un rifiuto a rientrare in cella dalla socialità. Una reazione che, seppur inspiegabile nella sua crudezza, rispecchia un fenomeno sempre più diffuso nelle strutture detentive italiane.
Aggressione improvvisa
La violenza è esplosa senza preavviso. Il detenuto ha colpito l'agente con una testata e poi continuato a picchiarlo con calci e pugni. Un atto sconsiderato che solo grazie all'intervento tempestivo di altro personale ha evitato di assumere proporzioni ancora più gravi. Nonostante l'immediata assistenza, l'agente è stato costretto a recarsi al pronto soccorso, dove è stato dimesso con una prognosi di sei giorni. Una scena di violenza che, seppur non nuova all'interno delle mura carcerarie, non smette mai di sorprendere per la sua ferocia.
La denuncia del SAPPE
Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), ha espresso tutta la sua indignazione per l’ennesimo episodio di aggressione. "Questo tipo di violenza è inaccettabile e deve essere fermato con azioni concrete", ha dichiarato.
Greco ha sottolineato che episodi come questi non fanno che alimentare un circolo vizioso di violenza, in cui i detenuti emulano comportamenti aggressivi, sicuri di restare impuniti. Per il sindacalista, la soluzione potrebbe risiedere nella riapertura di carceri come quelle di Pianosa e dell'Asinara, destinate ai detenuti più violenti, al fine di isolare le situazioni di maggiore pericolo.
Le parole di Greco, tuttavia, non si limitano a condannare l'episodio specifico, ma sollevano anche una questione più ampia e complessa: "Questa violenza non sorprende, perché è lo specchio di una società che, quotidianamente, assiste a fenomeni di inciviltà e brutalità", ha aggiunto. Un carcere che dovrebbe essere luogo di recupero e reintegrazione, troppo spesso diventa il teatro di tensioni e conflitti che riflettono la sofferenza e la violenza della società esterna. Eppure, nonostante la gravità della situazione, gli interventi concreti per risolvere il problema sembrano ancora troppo lontani.
Investire nella sicurezza
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha esternato la propria vicinanza ai colleghi coinvolti nell'incidente, in particolare all'agente ferito.
"Il lavoro del personale penitenziario è spesso ignorato e non riconosciuto dalla società. Non sono solo i momenti più drammatici a finire sulle prime pagine, ma ciò che accade giorno dopo giorno all'interno delle carceri", ha affermato Capece.
Per il sindacalista, è fondamentale che le istituzioni ascoltino l'appello del SAPPE e investano in una sicurezza maggiore per il personale penitenziario. La sicurezza nelle carceri non riguarda solo l'incolumità degli agenti, ma anche la possibilità di garantire un recupero efficace per i detenuti, isolando chi rappresenta una minaccia per la collettività.
"Garantire maggiore sicurezza"
Piena vicinanza al personale della polizia penitenziaria anche da parte del consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, dopo il nuovo episodio di aggressione nel carcere di Ca' del Ferro.
“È necessario garantire maggiore sicurezza nelle carceri italiane, ai detenuti e a chi ci lavora, come la polizia penitenziaria – dice Piloni - sono sempre più frequenti le notizie riguardanti episodi di violenza, a poco più di una settimana fa risale l’ennesimo suicidio nel carcere di Cremona”.
“Il Governo deve dare risposta a queste situazioni che sono diventate ormai insostenibili e lo deve fare sia sul piano delle assunzioni di personale, sia sul piano sanitario. A questo proposito ricordiamo l’impegno ottenuto in Regione lo scorso ottobre a cui ancora non è stata data risposta” aggiunge il consigliere dem riferendosi a un ordine del giorno unitario approvato lo scorso ottobre durante il dibattito sull’emergenza carceri in Lombardia.
