Da Cremona a Samos per insegnare al campo profughi

Non torna nella sua Cremona da 4 anni, questo 25enne che ha deciso che lascerà il mondo un posto migliore di come l'ha trovato.

Da Cremona a Samos per insegnare al campo profughi
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Da Cremona a Samos passando per il mondo: Nicolò Govoni, il 25enne cremonese che pensa in grande.

Da Cremona a Samos

"A 20 anni mi unii a una missione di volontariato internazionale in India. A 21 m’iscrissi a un’università indiana per continuare il mio lavoro con questi orfani. A 22 fondai un’associazione no-profit per raccogliere fondi e supportare l’orfanotrofio, e pubblicai un libro raccontando la mia esperienza quaggiù. Entro il mio 23esimo compleanno mandai sedici bambini a scuola, cinque ragazzi all’università, costruii un nuovo dormitorio e un muro intorno all’istituto. A 24 anni, dopo essermi laureato nell’università di giornalismo numero uno in India e aver lavorato per pubblicazioni quali BBC, South China Morning Post e Metropolis Japan, il mio obiettivo ultimo è rendermi utile su più vasta scala." Così si racconta sui social Nicolò Govoni, 25 cremonese che dopo la maturità classica conseguita al Manin ha iniziato a girare il mondo mettendo le proprie competenze a servizio dei bambini che versano in gravi difficoltà.

"Mamma, non vado a New York"

Una storia talmente unica da interessare le cronache nazionali, intervistato da Enrico Galletti per il Corriere della Sera, Nicolò ha raccontato cosa l'ha spinto a cambiare i suoi piani. Dopo tante esperienze giornalistiche e umanitarie è approdato sull'isola di Samos, al lavoro per insegnare ai piccoli del campo profughi. Doveva essere un'esperienza limitata a due mesi, poi la partenza per gli States in vista di un prestigioso master. Lì ha trovato una situazione talmente disastrosa che in pochi giorni ha deciso di abbandonare il sogno americano e spendersi per aiutare i piccoli ai quali insegna anche educazione sessuale. Direttive necessarie per dei minori talmente disperati da prostituirsi pur di raccogliere 10 euro da dare alla famiglia. Così Nicolò ha chiamato sua madre e le ha detto che non sarebbe partito per gli States ma sarebbe rimasto a dare il suo aiuto a Samos.

"Sono qui per fare la differenza"

"Mi hanno dato del fuori di testa, mi hanno dato dell’ossessivo, mi hanno dato dell’idealista e del sognatore, mi hanno dato dell’illuso, dell’eccentrico e del piantagrane.
Non importa. Hanno ragione.
Sono l’unico nella mia intera università a fare due internship questo semestre. L’unico a sacrificare le proprie vacanze, il tempo con la famiglia e con gli amici. L’unico a lavorare per BBC Knowledge, a Mumbai, un giorno, e per South China Morning Post, ad Hong Kong, il giorno successivo.
Chiamami pure pazzo, se questo significa avere un obiettivo e essere pronto a tutto per raggiungerlo. Chiamami pure ossessivo, ci puoi giurare che lo sono. Non sono al mondo per scaldare la sedia o per occupare un posto a tavola, io sono qui per fare la differenza. Sono qui per inseguire la verità e renderla nota alla gente, ed è meglio che tu non abbia intenzione di impedirmelo, perché in quel caso ti combatterò. Proprio così, combatterò chiunque sia disposto a perpetrare l’ingiustizia, sia che si tratti di un politico, sia che si tratti di un artigiano che decida di tapparsi le orecchie e guardare altrove. Alzerò la voce perché il mondo merita di sapere, perché l’ignoranza ti rende complice, perché vivo con un scopo: cambiare le cose.
E so che sarà un cammino solitario, ma la posta in gioco è troppo alta per lasciarsi intimidire.
Farò tutto quello che è in mio potere per lasciare questo posto, il mondo, in una condizione migliore di quella in cui l’ho trovato."

Cremona lo segue

Nicolò non torna a casa da 4 anni, la madre si fa forza sopportando questa assenza con la compensazione che le dà l'orgoglio di avere un figlio che sta combattendo per i diritti dei bambini del mondo.

 

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