Un conflitto di interessi

Crema: ai domiciliari il direttore del distretto veterinario e il figlio per corruzione

Il figlio consulente riportava le anomalie delle aziende al padre direttore che chiudeva un occhio per ottenere vantaggi economici.

Crema: ai domiciliari il direttore del distretto veterinario e il figlio per corruzione
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Sono intervenuti ieri carabinieri del Nas coordinati dalla procura di Cremona in un'operazione che portato alla perquisizione di uffici e aziende e all'arresto di padre e figlio.

Scoperto un conflitto di interesse

Gli arrestati sono il di­ret­to­re del distretto veterinario di Crema Leonardo Provana e il figlio Luca anche lui veterinario ma è importante sottolineare il suo ruolo di consulente nelle aziende del settore agroalimentare. Non ci sarebbe niente di strano ma le aziende di cui Luca è consulente sono vigilate direttamente dal padre e questo costituisce un conflitto d'interesse.

L'attività criminale dei due è stata scoperta da una ve­te­ri­na­ria che svolge il ruolo di pub­bli­co uf­fi­cia­le. Du­ran­te la sua attività di controllo in un ma­cel­lo cremonese aveva riscontrato alcune irregolarità ma non appena le aveva evidenziate il titolare ha iniziato a minacciarla.

Si era intromessa in un affare illecito più grande di lei che le aveva costato la perdita del lavoro, infatti era stata trasferita e le avevano assegnato un altro incarico. È stata questa la causa dell'avvio delle indagini da cui è emersa la corruzione del direttore Leonardo Provana che avendo il figlio con­su­len­te di quel ma­cel­lo aveva chiuso un occhio per ottenere vantaggi.

I reati commessi dai Provana

Leonardo veniva in­for­ma­to dal fi­glio Luca delle irregolarità delle aziende in cui lavorava come consulente. Con queste attività stabilivano accordi e le non conformità venivano coperte. I Provana omettevano le anomalie e ci guadagnavano.

Tra gli epi­so­di più gravi sono stati coperti anche dei casi di po­si­ti­vi­tà alla li­ste­ria ma le accuse sono anche di fro­de per il com­mer­cio di pro­dot­ti  ca­sea­ri con fal­si­fi­ca­zio­ne del­le sca­den­ze. L'operazione è stata portata a termine con grande successo grazie alla coordinazione del procuratore Roberto Pellicano e all'intervento di 24 mi­li­ta­ri del Nas e del­l’Ar­ma ter­ri­to­ria­le.

Il delicato caso di cronaca si inscrive in un contesto più ad ampio raggio, legato alla qualità dei cibi che acquistiamo e serviamo sulle nostre tavole: dai wurstel al gorgonzola, passando per i tramezzini e il prosciutto cotto, sono molti i prodotti che recentemente sono stati oggetto di provvedimento. Una riflessione seria, sul tema, si rende quantomeno d'obbligo.

 

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