COVID-19

Coronavirus: cosa significa "debolmente positivi"? C'è da preoccuparsi?

Non è la prima volta che spuntano i “debolmente positivi” nella narrazione ufficiale dei casi Covid. Ma, di preciso, cosa significa? Perché li definiscono tali? 

Coronavirus: cosa significa "debolmente positivi"? C'è da preoccuparsi?
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Debolmente positivi. Così l’assessore Regionale Gallera ha definito la maggior parte dei nuovi casi di contagio da Coronavirus nella nostra Regione (2 ieri nel Cremonese). Non è la prima volta che spuntano i “debolmente positivi” nella narrazione ufficiale dei casi Covid. Ma, di preciso, cosa significa? Perché li definiscono tali? Significa che sono meno “pericolosi”, questi positivi?

Coronavirus: cosa significa "debolmente positivi"?

Andando al nocciolo della questione, potremmo dire che è proprio così. Come spiegano gli esperti, infatti, dopo circa due settimane dall’insorgenza dei sintomi, l’infezione perde gran parte della sua aggressività. L’Rna del virus, quello rilevabile con i tamponi, resta presente, ma il rischio di contagio dal soggetto debolmente positivo agli altri è veramente basso. Lo stesso discorso vale anche per gli asintomatici (da qui le precisazioni della scorsa settimana dell’Oms circa la contagiosità degli asintomatici).

Stando ai dati forniti dalla Regione, dunque, buona parte dei nuovi positivi rintracciati sono “vecchi” positivi, soggetti che hanno passato probabilmente l’apice della malattia, o degli asintomatici.  Se a questo aggiungiamo il fatto che, secondo diversi esperti, tra i quali il professor Zangrillo, e come provato anche da ricerche empiriche, attualmente il virus pare essere meno aggressivo, ecco il motivo per cui l’insorgenza di nuovi casi, anche se più numerosi rispetto a un paio di settimane fa, non dovrebbe preoccupare particolarmente. Anche perché, rispetto al passato, la differenza è che ora i soggetti positivi li si sta andando a cercare.

La mappatura

Le campagne di test sierologici abbinati a tamponi che si sono moltiplicate, anche grazie al grande sforzo dei privati o dei Comuni, finalmente porta a rintracciare i soggetti contagiati e contagiosi (seppur debolmente), a isolarli fino alla negatività e quindi a evitare un moltiplicarsi dei casi. Ciò non significa che siamo fuori da ogni pericolo, le misure e le restrizioni ancora in atto servono e vanno rispettate, ma è pure importante osservare le cose con realismo e senza lasciarsi prendere da ansie ingiustificate. Purtroppo, in tal senso, il metodo di diffusione dei dati non aiuta, perché come abbiamo sottolineato più volte sono dati confusi, disomogenei e spesso in ritardo, ma restano gli unici a disposizione.

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