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Coronavirus: ceppo italiano isolato al Sacco. A capo del team la cremonese Claudia Balotta

L'immunologa Claudia Balotta, nata e residente a Cremona, è a capo della squadra di ricercatori che ha effettuato l'importante scoperta.

Coronavirus: ceppo italiano isolato al Sacco. A capo del team la cremonese Claudia Balotta
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Eccellenza lombarda ed eccellenza cremonese. A capo della squadra di ricercatori dell’Ospedale Sacco, che è riuscita a isolare la versione italiana del Covid-19 c'è Claudia Balotta, immunologa nata e residente a Cremona.

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Isolato ceppo italiano del Coronavirus

L'annuncio è stato fatto dal professor Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche del Sacco, che ha illustrato l’esito del lavoro di ricerca che procede senza sosta da venerdì, coordinato dalla professoressa cremonese Claudia Balotta. Della squadra fanno parte altri ricercatori: Alessia Lai, Annalisa Bergna, Arianna Gabrieli, Maciej Tarkowski e Gianguglielmo Zehender.

Il valore della scoperta

Cosa significa nel pratico questa scoperta e come ci si è arrivati? A spiegarlo nel dettaglio ai colleghi di Prima Monza è una delle ricercatrici del team coordinato dalla Balotta, Alessia Lai. Il team è all’opera da venerdì scorso, quando è scoppiata l’emergenza. “Una volta appurata la positività al Coronavirus dei quattro pazienti giunti da Codogno intubati abbiamo prelevato materiale biologico e iniziato a testarlo – ha spiegato la Lai – In particolare abbiamo messo il lavaggio broncoalveolare in una linea cellulare infettandola, monitorando così la crescita del virus e l’effetto sulle cellule”.

A 48 ore dall’isolamento, l’equipe ha poi seguito in real time il surnatante virale, “seguendo la crescita del virus nel tempo. Il passo successivo sarà il sequenziamento dei genomi, sia per questi quattro pazienti, ma anche per altri”. Un risultato importante: “Quando abbiamo capito che avevamo raggiunto l’obiettivo eravamo felicissimi”. Ma è solo il primo step di un iter che consentirà di capire “come il virus si sta muovendo tra la popolazione, per ricostruire se c’è stato un evento unico o più episodi correlati tra loro”. Ma anche di trovare i rimedi più efficaci e di testare i farmaci che si potranno utilizzare per fronteggiare la malattia.

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