OPERAZIONE DELLA QUESTURA

Con un'agenda segreta gestivano i movimenti di un'ampia rete di spaccio tra Cremona, Mantova e Verona

Ma quando l'agenda è stata sequestrata è crollato tutto: indagati sette membri della banda, di cui tre sono stati arrestati

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Una rete di spaccio iper-organizzata e che operava in Lombardia, tra le province di Cremona e Mantova, e in quella di Verona in Veneto. Tutto stava andando liscio come l'olio, ma poi la Polizia è riuscita a mettere le mani sull'agenda segreta con cui controllavano ogni tipo di movimento della banda e nella quale erano segnati gli pseudonimi dei ogni scagnozzo.

Smantellata rete di spaccio tra Cremona, Mantova e Verona

Come riporta Prima Mantova, La Polizia di Stato ha concluso nella scorsa settimana l’operazione antidroga coordinata dalla Procura della Repubblica mantovana denominata “Agenda Verde”.

L'attività, iniziata esattamente un anno fa, ha portato a indagare sette soggetti, tutti di nazionalità italiana, di età compresa tra i 22 e i 64 anni e residenti nelle province di Mantova, Cremona e Verona. Undici, in tutto, sono state le perquisizione poste in essere con il supporto delle Squadre Volanti di Verona e Cremona e con l'ausilio delle Squadre Cinofili della Polizia di Stato.

Gli arresti, al momento, sono stati tre: soggetti accusati del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, uno dei quali con un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sequestrati in totale circa 17,5 chilli di marjuana, 150 grammi di hashish e alcune dosi di cocaina.

Arrestato il capo della banda

In particolare, la scorsa settimana, la Squadra Mobile di Mantova, con il supporto della Squadra Mobile locale e della Squadra Cinofili di Padova, ha rintracciato a Cremona e successivamente portato in carcere un 43enne residente nel mantovano, con numerosi precedenti, accusato del reato di traffico di sostanze stupefacenti aggravato.

L’attività è stata l’ultimo tassello di una più ampia indagine che ha permesso di svelare una rete di stoccaggio e spaccio di marijuana attivo sul territorio mantovano e veronese, con propaggini anche in provincia di Cremona.

L'agenda segreta

Le lunghe indagini hanno avuto inizio con il sequestro di un'agenda, nelle mani di un arrestato per detenzione di un ingente quantitativo di marjuana, sulla quale erano segnati numerosi pseudonimi associati a somme di danaro e relative indicazioni di un peso.

Al fine di sviluppare quell’importante dato investigativo sono stati concentrati tutti gli sforzi da parte della Squadra Mobile volti a dare un nome e un volto a quella che appariva una vera e propria rete di spaccio della sostanza stupefacente.

Sono stati analizzati numerosi tabulati di traffico telefonico, analizzati i dati memorizzati sugli smartphone sequestrati e, contestualmente, sono stati effettuati numerosi servizi di osservazione e pedinamento di natura “tradizionale”, permettendo via via di scoprire tutti i soggetti che partecipavano alla banda criminale.

Un aiuto importante è venuto anche dalle modalità con cui i trafficanti assegnavano uno pseudonimo ai vari sodali: quasi sempre riconducibili a una ben delineata caratteristica fisica del soggetto.

Il modus operandi

Al termine delle attività, dopo aver accreditato l’ipotesi accusatoria con l’importante quantitativo di sostanza sequestrato a seguito delle numerose perquisizioni, eseguite su delega della Procura della Repubblica di Mantova o di iniziativa, si è riusciti a delineare un chiaro quanto allarmante quadro delle modalità criminali del gruppo in questione.

Tutto faceva capo al 43enne arrestato nei giorni scorsi il quale aveva creato un sistema piramidale di stoccaggio e distribuzione della marijuana che gli consentiva di gestire la propria rete di spaccio senza praticamente toccare mai la droga.

Lo stesso, infatti, utilizzava due diversi livelli di stoccaggio:

  • il primo che riceveva gli interi carichi di droga, di diversi chilogrammi, con cadenza bimestrale
  • il secondo, maggiormente ramificato ed insistente sulle province di Mantova, Verona e Cremona, che si occupava di ricevere parti del carico (nell’ordine del chilogrammo o più) e di consegnarlo ai clienti finali.

Non si escludono ulteriori approfondimenti investigativi volti a chiarire maggiormente le attività criminali dei trafficanti in questione.

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