Caldo, mucche stressate dall’afa: -15% latte e nascite a rischio
Le alte temperature di questi giorni si fanno sentire anche nelle fattorie.
Caldo, mucche stressate dall'afa: le alte temperature condizionano la produzione di latte. A rischio anche le nascite.
Caldo, mucche stressate dall'afa
Il grande caldo di questi giorni si fa sentire anche nelle fattorie, dove le mucche stanno producendo fino al 15 per cento in meno di latte rispetto ai periodi normali, mentre aumenta il pericolo di aborti e il rischio complicanze per i vitellini appena nati. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Lombardia sul territorio regionale.
Le contromisure
Per le mucche – spiega la Coldiretti – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Nelle stalle sono quindi scattate le contromisure per combattere lo stress da afa: i ventilatori sono accesi, l’acqua fresca viene nebulizzata grazie ad apposite doccine e i pasti sono serviti nelle ore più fresche per invogliare gli animali a sfamarsi e scongiurare il pericolo disidratazione. “Con l’arrivo del grande caldo – racconta Emma Ghidoni, 27 anni, allevatrice di Izano (Cremona) – il calo nella produzione di latte è stato repentino. Ci siamo organizzate con i sistemi di raffrescamento, ma nonostante l’impegno le nostre mucche patiscono l’afa di questi giorni”.
A rischio le nascite
La preoccupazione – continua la Coldiretti – non riguarda solo gli animali adulti ma anche i vitellini che devono nascere o che hanno pochi giorni di vita. “In una settimana – afferma Massimo Redaelli, allevatore di Lesmo (Monza Brianza) – nonostante tutte le precauzioni, alcune mucche hanno abortito e un vitellino appena nato è morto soffocato dalla calura. Inutili sono stati i nostri tentativi di salvarlo”.
Difficoltà anche nei pollai e nei porcili
A soffrire sono anche i maiali, che mangiano meno nonostante ventilatori, doccette e impianti di raffreddamento misti con acqua e aria, mentre si segnalano difficoltà anche nei pollai dove – sostiene la Coldiretti - si sta registrando un calo di circa il 5 per cento nella deposizione delle uova.