Brutale violenza in carcere a Cremona, agente preso a pugni in faccia da detenuto
L’agente ferito è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove gli è stata diagnosticata una prognosi di sette giorni

Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, denuncia l’ennesimo grave episodio di violenza avvenuto lunedì 9 giugno 2025 nella casa circondariale di Cremona: un agente penitenziario è stato aggredito a pugni in faccia da un detenuto.
Aggressione in carcere a Cremona
Un nuovo grave episodio di violenza scuote si è verificato nel carcere di Cremona, dove lunedì pomeriggio un agente della Polizia Penitenziaria è stato brutalmente aggredito da un detenuto che si rifiutava di rientrare in cella. Il caso pone ancora una volta i riflettori sulle condizioni esplosive delle carceri lombarde, con sovraffollamento, aggressioni e carenze di personale ormai all’ordine del giorno.
Agente preso a pugni
Secondo quanto denunciato da Alfonso Greco, segretario lombardo del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), l’aggressore è un detenuto di origine straniera già noto per comportamenti violenti. Dopo aver terminato una telefonata, si sarebbe opposto con forza al rientro in cella, aggredendo a pugni l’agente incaricato della sezione. Solo l’intervento tempestivo di altri agenti ha permesso di riportare la calma. L’agente ferito è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove gli è stata diagnosticata una prognosi di sette giorni.
“È inaccettabile – commenta Greco – che un detenuto protagonista di numerosi atti di violenza sia ancora nella struttura, nonostante esistano disposizioni chiare per il suo trasferimento".
Il mancato allontanamento, sottolinea il sindacalista, ha creato un clima di crescente tensione all’interno della casa circondariale.
Situazione esplosiva
Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, interviene duramente sul caso, definendo la condotta del detenuto “gravissima e irresponsabile”.
“Chi aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato – afferma – e la risposta deve essere immediata e decisa. Serve una linea dura, anche riaprendo carceri in località isolate come Pianosa".
Sovraffollamento anche a Cremona
Capece punta il dito contro un sistema penitenziario al collasso: nelle carceri lombarde sono detenute quasi 9mila persone, molte delle quali in attesa di giudizio, straniere o con problemi di tossicodipendenza. A Cremona, al 31 maggio, erano presenti 553 detenuti contro una capienza regolamentare di 390 posti. Di questi, 338 sono stranieri.
Le richieste del sindacato
Il SAPPE rilancia dunque alcune storiche proposte: l’espulsione dei detenuti stranieri per far scontare loro la pena nei Paesi d’origine, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per i detenuti con disturbi mentali, e l’introduzione di strumenti di difesa non letali per il personale penitenziario.
Tra questi, Capece cita il flash ball, un fucile che spara proiettili di gomma già in uso in Francia, e il bola wrap, che immobilizza gli arti inferiori con lacci, adottato da alcune forze dell’ordine italiane.
“Occorre una presenza forte e visibile dello Stato – conclude Capece – per contrastare una pericolosa impunità che si sta diffondendo all’interno delle carceri. La situazione richiede risposte concrete, non ulteriori rinvii".