Edizione 2020

Benessere equo e sostenibile: come se la cava la provincia di Cremona tra salute, sicurezza e lavoro?

Lo studio, giunto alla quinta edizione, rientra in un progetto coordinato dal CUSPI (Coordinamento Uffici di Statistica delle Province Italiane) e svolto in stretta sinergia con Upi e Istat sul tema della sostenibilità.

Benessere equo e sostenibile: come se la cava la provincia di Cremona tra salute, sicurezza e lavoro?
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Lo studio sul “Benessere equo e sostenibile della provincia di Cremona” giunto quest’anno alla quinta edizione, rientra in un progetto coordinato dal CUSPI (Coordinamento Uffici di Statistica delle Province Italiane) e svolto in stretta sinergia con Upi e Istat sul tema della sostenibilità.

Gli indicatori del Benessere equo e sostenibile in provincia di Cremona

Il progetto che vede la collaborazione degli Uffici di statistica di ventiquattro Province e sette Città metropolitane, ha come finalità l'elaborazione di indicatori di sviluppo sostenibile dei territori (in tutto 66 suddivisi in 11 argomenti), come risorsa utile ai decisori pubblici per lo sviluppo delle politiche locali.

La novità progettuale dell’edizione 2020 è l'individuazione, in collaborazione con ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile), di una batteria di Indicatori a livello provinciale utilizzati per il calcolo degli SDGs (Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030) che saranno a breve presentati nel rapporto ASviS 2020 sullo Sviluppo sostenibile delle città e dei territori.

In un prossimo futuro, i temi del Green Deal europeo, dell’innovazione, dell’inclusione, del benessere dei cittadini, delle diseguaglianze, che polarizzano in misura crescente il dibattito politico, potranno essere affrontati anche a livello locale su una base conoscitiva analitica e aggiornata e potranno essere inseriti nei piani strategici delle Province e delle Città metropolitane e nelle agende per lo sviluppo sostenibile dei territori.

Per ora l’impegno è quello restituire ai singoli cittadini, ai soggetti economici e alle istituzioni pubbliche, i contenuti dei vari Rapporti sul Bes delle Province e delle Città metropolitane attraverso strumenti di informazione agili e facilmente accessibili da parte di quanti hanno a cuore gli interessi e il benessere del proprio territorio.

Gli indicatori

Salute

Nel 2018, l’aspettativa di vita a Cremona si attesta sugli 83 anni, stesso valore registrato in Lombardia e in Italia. Osservando l’indicatore per genere, la speranza di vita per gli uomini si abbassa a 81 anni, mentre per le donne si alza ad 85 anni.

Gli indicatori relativi alle cause di mortalità della popolazione qui considerati, fanno riferimento a fenomeni legati sia ad eventi che a malattie.

Il tasso di mortalità per cause legate ad incidenti di trasporto nella popolazione tra 15 e 34 anni, raggiunge un valore pari a 0,6 persone ogni 10.000 abitanti, poco più alto del valore registrato a livello regionale (0,5) ma inferiore a quello nazionale (0,7). Il tasso di mortalità per tumore nella popolazione tra 20 e 64 anni assume un valore pari a 8,7 persone ogni 10.000 abitanti, stesso valore registrato a livello nazionale, ma leggermente superiore a quello regionale (8,4).

Il numero di decessi per demenza senile nella popolazione oltre i 65 anni, malattia tipica dell’età avanzata e la cui diffusione è probabilmente legata all’invecchiamento della popolazione, a Cremona nel 2016 è pari a 33,6 persone ogni 10.000 abitanti, risultato più elevato di quello registrato a livello nazionale (31,2), ma simile a quello regionale (33,2).

Istruzione e formazione

In provincia di Cremona nel 2018 il dato relativo ai Neet (giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano) è abbastanza incoraggiante in quanto il suo valore, pari al 16,5% della popolazione della stessa fascia d’età, è inferiore di quasi 7 punti percentuali al dato medio nazionale (23,4%) e superiore di 1,4 punti percentuali a quello medio regionale (15,1%).

Invece, per quanto riguarda il livello di istruzione, i dati considerati non rilevano una situazione ottimale. Nel 2018 i cremonesi tra 25 e 64 anni che hanno conseguito almeno il diploma di scuola secondaria di II grado sono il 60,4% dei residenti della stessa fascia d’età; una percentuale inferiore di 4,6 punti percentuali rispetto a quella registrata in Lombardia (65%) e inferiore di 1,3 punti percentuali rispetto a quella registrata in Italia (61,7%).

Anche la percentuale di laureati tra 25 e 39 anni, pari al 23,1%, è inferiore a quella registrata sia in Lombardia (32%) che in Italia (27%).

Molto buoni sono i punteggi medi ottenuti dagli studenti cremonesi delle seconde classi della scuola secondaria di II grado nelle prove Invalsi dell’anno 2019, che evidenziano competenze alfabetiche e numeriche di gran lunga superiori a quelle medie nazionali, anche se di poco inferiori a quelle medie regionali.

Per quanto riguarda la partecipazione alla formazione continua, nel 2018 solo il 7,3% della popolazione tra 25 e 64 anni ha partecipato ad attività di istruzione e formazione nelle quattro settimane precedenti l’intervista, contro il 9% registrato a livello regionale e l’8,1% a livello nazionale.

Lavoro e conciliazione dei tempi di vita

Gli indicatori sul lavoro e sulla conciliazione dei tempi di vita mostrano in provincia di Cremona una situazione migliore di quella registrata a livello nazionale, ma peggiore di quella regionale.

I soggetti scoraggiati che non lavorano perché ritengono di non riuscire a trovare lavoro, sono quasi la metà di quelli registrati a livello nazionale: il 9,7% del totale delle forze di lavoro, contro il 18,9% rilevato a livello nazionale.

Anche il tasso di mancata partecipazione al lavoro dei giovani tra 15 e 24 anni evidenzia una situazione migliore di quella registrata in Italia: 31,4% contro il 44,8%. La differenza di genere nel tasso di mancata partecipazione al lavoro, che rileva quanto le donne siano più scoraggiate degli uomini nella ricerca del lavoro, risulta meno marcata in provincia di Cremona, di quanto rilevato mediamente in Italia.

Anche i dati relativi all’occupazione sono migliori di quelli nazionali, ma non regionali. Nel 2019 il tasso di occupazione in provincia di Cremona è pari al 71,8%, valore inferiore di 1,6 punti percentuali a quello regionale (73,4%), ma superiore di 8,3 punti percentuali a quello nazionale (63,5%). La differenza di genere nel tasso di occupazione, che vede favoriti gli uomini rispetto alle donne, è invece più alta a Cremona sia rispetto alla media regionale che nazionale.

Il tasso di occupazione giovanile (da 15 a 29 anni), nel 2019, è invece migliore sia di quello regionale che nazionale. In provincia di Cremona raggiunge infatti un valore pari al 41,8%, superando di quasi 1 punto percentuale quello regionale (40,9%) e di ben 10 punti percentuali quello nazionale (31,8%).

Anche il tasso di disoccupazione (5%) e il tasso di disoccupazione giovanile (12,5%) registrano in provincia di Cremona una situazione decisamente migliore di quella nazionale: il primo con 5 punti percentuali in meno ed il secondo con quasi 10 punti percentuali in meno rispetto ai dati nazionali (rispettivamente pari al 10% e 22,4%). Per quanto riguarda la sicurezza sui posti di lavoro, l’incidenza degli infortuni mortali o molto gravi sul lavoro avvenuti sul territorio cremonese nel 2016 è pari al 9,2 ogni 10.000 occupati, dato inferiore a quello nazionale (11,6), ma superiore a quello regionale (7,4).

Benessere economico

Gli indicatori di benessere economico fotografano per la provincia di Cremona una situazione decisamente migliore di quella nazionale, anche se di poco peggiore a quella regionale.

Nel 2017 il reddito delle famiglie pro capite in provincia di Cremona è pari a 19.784 €, valore superiore di 1.259 € a quello medio nazionale (pari a 18.525 €), ma inferiore di 2.660 € a quello medio regionale (pari a 22.444 €).

Anche la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, pari a 22.916 €, è superiore di 1.203 € al valore medio nazionale (pari a 21.713 €), ma inferiore di 3.786 € a quello medio regionale (pari a 26.702 €).

Stessa situazione per l’importo medio annuo delle pensioni, pari a 13.114 €, che supera di 1.442 € l’importo medio nazionale (pari a 11.672 €), ma non quello medio regionale (pari a 14.126 €).

È invece migliore, sia rispetto ai dati regionali che nazionali, la percentuale delle pensioni di importo basso (inferiore ai 500 € mensili). A Cremona nel 2019 le pensioni di importo basso sono il 19,4% del totale delle pensioni erogate, contro il 20% rilevato a livello regionale e il 24,9% rilevato a livello nazionale.

La differenza di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti vede per le donne cremonesi una situazione peggiore di quella nazionale, ma migliore di quella regionale. Infatti, una lavoratrice cremonese percepisce in media 9.313 € in meno di un lavoratore, mentre a livello nazionale la differenza nella retribuzione è di 7.803 € e in Lombardia di 9.710 €.

Tra gli indicatori di disagio economico considerati, vi sono i provvedimenti di sfratto emessi e il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie. Entrambi mostrano per il territorio cremonese una situazione migliore sia di quella regionale che nazionale. Il numero di sfratti emessi (per 1.000 famiglie) nel 2018 è pari a 1,7, contro l’1,9 dell’Italia e l’1,8 della Lombardia. Anche il tasso d’ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie vede minori difficoltà a Cremona (0,7%), rispetto all’Italia (1%) e alla Lombardia (0,9%)

Relazioni sociali

L’integrazione scolastica degli alunni disabili in provincia di Cremona si attesta su valori superiori alla media nazionale e regionale.

Gli alunni disabili che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado cremonesi sono infatti il 3,5% degli iscritti contro il 2,9% registrato a livello nazionale e gli alunni disabili che frequentano le scuole secondarie di secondo grado cremonesi sono il 3,1% degli iscritti, contro il 2,5% a livello nazionale.

Riguardo al tema dell’immigrazione, la percentuale di permessi di soggiorno rilasciati nel 2019 in provincia di Cremona sul totale degli stranieri residenti (72,5%) supera il valore nazionale (70,7%), ma non quello regionale (81,4%).

Gli indicatori relativi alla partecipazione sociale e civile evidenziano come in provincia di Cremona esista una profonda cultura del volontariato. Le istituzioni non profit del territorio cremonese sono infatti più numerose che in Italia e in Lombardia: se ne trovano in media 70 ogni 10.000 abitanti, contro le 57,9 dell’Italia e le 56,2 della Lombardia.

Politica e istituzioni

Riguardo al tema dell’inclusività nelle istituzioni, i dati evidenziano come le istituzioni del territorio cremonese abbiano dimostrato buone capacità nel coinvolgere le donne e i giovani nella vita politica comunale.

Nel 2019 nelle amministrazioni comunali le donne sono infatti il 34,5% degli amministratori contro il 33,1% registrato a livello nazionale ed i giovani al di sotto dei 40 anni sono il 28% degli amministratori comunali, poco meno di quanto registrato a livello nazionale (28,3%).

Sulla capacità degli enti locali territoriali di reperire risorse attraverso la riscossione dei tributi dovuti, si evidenzia che nel 2018 la Provincia di Cremona ha avuto una buona capacità di riscossione (0,94 euro per ogni euro di entrata), superiore a quella registrata in media nelle Province italiane (0,75) ed anche lombarde (0,77).

Inoltre, nel 2018 la Provincia di Cremona ha avuto un’incidenza delle spese rigide sulle entrate correnti pari al 26,6%, inferiore a quella registrata in media nelle Province italiane (27,4%) ed anche lombarde (28,8%).

Sul territorio cremonese la partecipazione al voto alle elezioni europee del 2019 è stata più elevata di quella registrata sia a livello nazionale che regionale: a Cremona hanno votato il 68,7% degli aventi diritto, contro il 56,1% registrato a livello nazionale e il 64,1% a livello regionale.

Sicurezza

Il tema della sicurezza viene qui analizzato attraverso due aspetti: la criminalità e la sicurezza stradale.

Gli indicatori individuati per inquadrare il fenomeno della criminalità sul territorio cremonese, solitamente evidenziano un livello di criminalità molto basso, rispetto a quello rilevato sia a livello nazionale che regionale. Fa eccezione il tasso di omicidi del 2018, pari a 0,8 omicidi ogni 100.000 abitanti, che risulta più elevato sia del dato medio nazionale (0,5) che regionale (0,4).

Al contrario, i dati sui delitti denunciati, i delitti violenti denunciati e quelli diffusi denunciati (furti di ogni tipo e rapine nelle abitazioni), pari rispettivamente a 283,2; 14,4 e 127,1 ogni 10.000 abitanti, risultano di gran lunga inferiori ai dati nazionali e soprattutto regionali.

Per quanto riguarda la sicurezza stradale, nell’anno 2018 le strade del territorio provinciale sono risultate complessivamente più pericolose di quelle italiane e lombarde: su 100 incidenti stradali si sono avuti 2,6 decessi in provincia di Cremona, contro gli 1,9 a livello nazionale e gli 1,5 a livello regionale.

Anche il dato sulla mortalità degli incidenti stradali su strade extraurbane (escluse le autostrade) è risultato superiore a Cremona rispetto a quanto rilevato a livello nazionale e regionale: nel 2018 si sono avuti 5,5 decessi per 100 incidenti stradali, contro i 4,4 registrati in media in Italia e i 4 registrati in media in Lombardia.

Paesaggio e patrimonio culturale

Sul tema del patrimonio culturale sono stati considerati due aspetti: la densità di verde storico e di parchi urbani di notevole interesse pubblico e i visitatori degli istituti statali di antichità e arte.

Nel comune di Cremona la densità di verde storico e di parchi urbani di notevole interesse pubblico è superiore a quella nazionale, ma inferiore a quella regionale: i parchi urbani occupano 2 mq ogni 100 mq di superficie urbanizzata, mentre in media in Lombardia ne occupano 2,7 ed in Italia 1,8.

I visitatori che nel 2018 hanno visitato gli istituti statali di antichità e arte della provincia di Cremona sono stati circa 3.400, molto meno di quelli registrati in Lombardia (circa 73.900) e soprattutto in Italia (105.700).

Anche il numero di visitatori per kmq, pari a 2 visitatori per kmq, è molto più basso a Cremona di quello registrato in Italia (200 per kmq) e in Lombardia (81 per Kmq).

Per quanto riguarda il tema del paesaggio, si rileva che sul territorio cremonese le aziende agrituristiche sono meno diffuse che sul territorio nazionale e regionale: nel 2018 in provincia di Cremona si sono registrate circa 4,1 aziende agrituristiche per 100 Kmq, contro le 7 per 100 Kmq della Lombardia e le 7,8 dell’Italia.

Anche le aree di particolare interesse naturalistico presenti in provincia di Cremona sono meno di quelle rilevate mediamente in Italia e in Lombardia: solo il 25,7% dei comuni cremonesi presenta aree di particolare interesse naturalistico, contro il 41% dei comuni lombardi e il 49,5% dei comuni italiani

Ambiente

I temi scelti per valutare la situazione dell’ambiente sono tre: qualità ambientale, consumo di risorse e sostenibilità ambientale.

Gli indicatori che misurano l’inquinamento ambientale del territorio cremonese non sono incoraggianti. Nel comune capoluogo nel 2018 i giorni in cui si è superato il limite di PM10 sono stati 56, meno di quelli registrati in media nei capoluoghi lombardi (79 giorni), ma più di quelli calcolati in media nei capoluoghi italiani (28 giorni).

I giorni in cui si è superato il limite di NO2 (biossido di azoto) sono stati 33, più di quelli registrati in media in Italia (17), ma meno di quelli registrati in media in Lombardia (59).

La disponibilità di verde urbano nel comune di Cremona è di 28,3 mq per abitante, simile al valore medio regionale (28,2), ma inferiore a quello nazionale (32,8).

Riguardo al consumo di risorse ambientali, nel 2018 nel comune di Cremona, si è avuto un consumo di energia elettrica per uso domestico superiore al consumo medio nazionale, ma inferiore a quello regionale.

Invece il dato sulla dispersione da rete idrica mostra valori migliori di quelli nazionali, ma non regionali: le perdite di rete, che in provincia di Cremona sono state pari al 25,2% del volume di acqua immesso, sono state meno gravose di quelle rilevate a livello nazionale, dove è stato disperso il 37,3% del volume di acqua immesso.

Sulla sostenibilità ambientale, la provincia di Cremona evidenzia una situazione ottimale relativamente alla raccolta di rifiuti. La percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica è pari a 0, valore decisamente inferiore alla media nazionale (21,5%), sintomo di un’ottima propensione del territorio al recupero sia di materia che di energia, come promosso, fin dai primi anni '90, dalla pianificazione provinciale e regionale, attraverso adeguate scelte impiantistiche, di gestione ed organizzazione dei servizi (es. raccolta differenziata secco-umido). Meno incisivo è il dato sull’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili: solo il 23,7% dell’energia consumata proviene da fonti rinnovabili, contro il 34,3% dell’Italia

Innovazione, ricerca e creatività

Riguardo al tema dell’innovazione, le domande di brevetto presentate all’Ufficio Europeo dei Brevetti nel 2016 dalle imprese lombarde, evidenzia una buona propensione regionale alla brevettazione: sono 128,9 le domande presentate per milioni di abitanti, contro le 75,8 presentate in media a livello nazionale.

Le imprese cremonesi con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza, sono nel 2018 il 29,9% del totale, un dato significativo, anche se inferiore di 1,8 punti percentuali al dato medio nazionale (31,7%) e di 5,3 punti percentuali al dato medio regionale (35,2%).

Sul tema della ricerca è stato qui considerato l’indicatore relativo alla mobilità dei laureati dai 25 ai 39 anni. Nel 2017, la mobilità dei laureati residenti in provincia di Cremona mostra un saldo migratorio negativo che evidenzia una forte mobilità in uscita dei laureati cremonesi. Al contrario, sul territorio regionale questo indicatore è positivo, segno che la Lombardia riesce ad attrarre molti laureati sia da altre regioni che dall’estero. Per l’Italia i valori riguardano solo i movimenti da e per l’estero ed in questo caso i valori negativi evidenziano come l’emigrazione dei laureati italiani verso Paesi stranieri sia maggiore dell’immigrazione dei laureati stranieri verso l’Italia.

Per quanto concerne la tematica della creatività, la percentuale di addetti nelle imprese che svolgono attività di tipo culturale in provincia di Cremona è pari all’1,2%, valore di poco inferiore al dato medio regionale (1,9%) e a quello nazionale (1,5%)

QUI IL RAPPORTO COMPLETO

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