Bambino musulmano spinto dalla ex affidataria al cattolicesimo
La donna avrebbe dato al bambino di origini tunisine, immagini e fotografie raffiguranti santi cattolici.
Bambino musulmano mosso dalla ex affidataria verso la religione cattolica in spregio al credo della famiglia di origine.
Bambino musulmano conteso
La storia di un bambino tunisino a lungo conteso tra il suo papà e la sua ex affidataria è approdata nell’aula penale del tribunale di Cremona. Nel processo, Mohamed papà naturale del bimbo, si è costituito parte civile contro una 45enne cremonese. Tra la donna e il bambino si sarebbero tenuti incontri anche al di fuori di quelli stabiliti, durante i quali avrebbe consegnato al piccolo fotografie raffiguranti santi cattolici.
La morte prematura della madre
Mohamed, che vive a Cremona, perde la moglie a causa di complicazioni legate al parto del piccolo. e resta solo con il figlio appena nato. L’uomo non si sente in grado di affrontare da solo la paternità, e chiede aiuto ai servizi sociali. Si decide quindi per un affido consensuale: il bimbo, che ha tre mesi, viene dato in affido alla 45enne cremonese, e vede il papà nei fine settimana.
La denuncia di maltrattamenti
Dopo sei mesi di vita del piccolo, arriva una denuncia contro il papà. A accusarlo è un uomo che afferma di averlo visto maltrattare il figlio. L’affido passa così da consensuale a giudiziale, e quindi il tunisino doveva rispettare una serie di restrizioni per vedere il figlio. Dopo quattro anni l’uomo viene assolto dall’accusa di maltrattamenti. A quel punto il tribunale dei minorenni ritiene che il bimbo possa rientrare gradualmente nella vita del genitore.
La denuncia della donna
Ma proprio in quel momento arriva la denuncia della cremonese che sostiene di aver visto delle lesioni sul corpo del bimbo. La donna accusa di maltrattamenti il padre che però viene nuovamente assolto. A questo punto scatta una denuncia da parte del tunisino contro la donna, responsabile, a suo dire, di averlo calunniato. Il tribunale dei minori, stabile un nuovo rientro graduale del piccolo nella vita del padre. Per arrivare al rientro definitivo nel settembre del 2015.
Incontri con la ex affidataria
Ma i rapporti tra il bimbo e ormai l’ex affidataria non finiscono. I servizi sociali, per evitare un distacco troppo repentino, organizzano tra i due incontri ogni 15 giorni alla presenza di un educatore. A questo punto scatta l’accusa nei confronti della donna di mancata esecuzione dolosa del provvedimento del giudice.
Fotografie raffiguranti santi cattolici
La donna sarebbe, infatti, colpevole di aver incontrato il bimbo anche al di fuori degli incontri fissati. Inoltre avrebbe consegnato al bimbo bigliettini e fotografie che li ritraevano insieme, fotografie raffiguranti santi cattolici in spregio alla religione della famiglia di origine e gli avrebbe suggerito di parlare con il giudice per dirgli che voleva andare a vivere con lei.