Luci e ombre sula gestione Covid

“Audio rivela che Regione era parte in causa nella definizione delle zone rosse”

Un audio inedito secondo cui era tutto pronto per allargare la zona rossa, mancava solo l'autorizzazione della Regione.

“Audio rivela che Regione era parte in causa nella definizione delle zone rosse”
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Santo Stefano Lodigiano, San Rocco al Porto, Corno Giovine, Cornovecchio, Caselle Landi, Pizzighettone, Formigara, Gombito e Brembio: sono questi i Comuni nominati da Attilio Fontana il lontano 23 febbraio 2020, quando secondo un audio inedito si ipotizzava che questi 9 comuni potessero rientrare nella “Prima zona rossa”. Ma poi, per cause ancora poco chiare, non è andata così e la chiusura è rimasta circoscritta ai 10 comuni del Basso Lodigiano.

L’audio inedito di Fontana

Come la storia di questi ultimi mesi ci ha insegnato, a fine febbraio 2020, una volta compreso che ci si trovava dinnanzi ad una malattia sconosciuta e fortemente contagiosa quale il Covid-19, è stata decretata la prima zona rossa composta da 10 comuni del Basso Lodigiano, tra cui Codogno e Casalpusterlengo. Oggi, grazie ad un audio inedito diffuso da FanPage, si scopre però che le cose potevano andare diversamente, mancava solo un’ultima autorizzazione da parte della Regione. Era tutto pronto, ma quell’autorizzazione non c’è stata.

In base a quell'audio, che si riferisce ad un collegamento telefonico del 23 febbraio 2020 tra Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, il prefetto di Lodi Marcello Cardona e i vertici della Protezione Civile di Roma, tra cui Borrelli, si apprende infatti che altri 9 comuni potevano (e forse dovevano) essere inseriti nella zona rossa.

La possibilità di cui si discute è quella di allargare la zona rossa ad altri 9 comuni, 6 lodigiani e 3 cremonesi: si tratta di Santo Stefano Lodigiano, San Rocco al Porto, Corno Giovine, Cornovecchio, Caselle Landi, Pizzighettone, Formigara, Gombito, e Brembio.

Le dichiarazioni nell’audio

Secondo l’audio diffuso da FanePage si sente:

“Angelo sono Marcello, sono tutti miei tranne Pizzighettone, Formigara e Gombito, che sono in provincia di Cremona. Il resto è tutto Lodi. Guarda sto facendo il calcolo, credo che dobbiamo aggiungere altri 20mila (residenti in lockdown). Ci stiamo muovendo credo sulle 60mila persone, questa è la cifra. Noi stiamo già lavorando su quei dieci (comuni) che Attilio aveva già individuato… in modo molto avanti col lavoro. Avevamo già individuato i check (point), già individuato i rinforzi, che parte di quelli sono già arrivati. Già ho dato indicazione (…) di essere rigorosissimi negli interventi su strada, cominciamo a prepararli all’ulteriore restringimento”.

Il prefetto di Lodi, rivolgendosi a Borrelli, ha poi dichiarato: “Appena Attilio mi formalizza questi comuni lavoriamo sui nuovi check perché li dobbiamo ovviamente mettere su carta e poi comunico a te e al dipartimento della pubblica sicurezza che è già preavvisato, l’ho già detto e comunicato al ministro dell’Interno, che ci sarà un ulteriore allargamento“.

Per allargare la zona rossa, quindi, sembra che servisse solo un’ultima firma: l’approvazione tramite atto formale da parte della Giunta regionale della Lombardia che però, come purtroppo sappiamo, non è mai arrivata.

La denuncia di Degli Angeli (M5S)

La denuncia sul fatto arriva dal consigliere regionale Marco Degli Angeli (M5S) originario del Cremasco, secondo il quale da questo audio emerge che c’era ampia disponibilità da parte della protezione civile di dispiegare tutte le forze necessarie per istituire nuove zone rosse ma Fontana, Gallera, e tutta la giunta non si sarebbero dimostrati all’altezza: così nessuna zona del Cremonese è stata protetta, nonostante sia stata la provincia con incidenza di positivi al covid più alta della regione. Degli Angeli ha poi paragonato la situazione di questi 9 comuni non protetti a quella di Alzano dove – dice il consigliere -  “Hanno temporeggiato e non hanno capito la gravità della situazione”.

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