Amazon, sindacati molto critici sul nuovo insediamento nella Bassa
Il colosso dell'e-commerce, con un investimento da 120 milioni di euro ha promesso 900 posti di lavoro nel nuovo polo pronto in autunno.
Dopo il centro di Casirate la Bassa è pronta a ospitare il secondo insediamento targato Amazon. Questa volta a Cividate con la “promessa” di 900 posti di lavoro. Un annuncio che, però, ha fatto storcere il naso ad Ascom e alla Cgil che lunedì prossimo aderirà al primo sciopero nazionale ed europeo della filiera legata al colosso dell’e-commerce.
Amazon sbarca a Cividate
Come riporta Prima Treviglio, il nuovo hub non sarà un centro di smistamento come quello del Pip di Casirate, ma un centro di distribuzione. Sarà operativo dall’autunno, dopo un investimento da parte del colosso dell’e-commerce da 120milioni di euro. Si prevede l’assunzione di 900 persone in tre anni. Si tratta della struttura già in via di realizzazione da parte del costruttore LCP davanti alle Acciaierie, dopo il ponte della ferrovia, lungo la Sp 98. Una notizia che il sindaco di Cividate Gianni Forlani ha accolto con favore spiegando di aver “chiesto e ottenuto che l’intero progetto fosse sviluppato nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle persone che ci avrebbero lavorato”.
“Si è chiesto e ottenuto di realizzare una pista ciclopedonale che colleghi il polo alla stazione ferroviaria di Cividate per chi utilizzerà il treno – aveva spiegato il primo cittadino – Inoltre abbiamo raggiunto un accordo per la piantumazione di ben 5.500 alberi sul territorio per la mitigazione degli impatti del polo, sulle emissioni del traffico conseguente oltre che di tipo paesaggistico”.
Ascom: “Esterrefatti dai proclami trionfalistici”
Ed è proprio contro il sindaco Forlani che si è espressa l’Ascom, attraverso una nota diffusa oggi.
“Come Associazione siamo esterrefatti dei proclami trionfalistici per il nuovo insediamento logistico di Amazon nella Bassa. Ce li saremmo aspettati dal rappresentante della multinazionale ma non dal sindaco di Cividate al Piano, che dovrebbe essere più cauto nell’annunciare i vantaggi di questo nuovo polo logistico targato Amazon”.
Sono parole che esprimono amarezza, sdegno e preoccupazione quelle di Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, nel commentare l’apertura di un nuovo centro di distribuzione di Amazon a Cividate al Piano.
“Certamente, con il buco delle leggi attuali e l’assenza di programmazione, chiunque può oggi insediarsi dove e come vuole con vantaggi economici solo per lui, privato, e per il Comune in cui avviene l’ubicazione, mentre tutte le altre comunità limitrofe si accollano gli svantaggi economici, ambientali e sociali – prosegue Fusini -. La cosa più imbarazzante di tutto ciò è l’utilizzo strumentale nella comunicazione dei 900 nuovi posti di lavoro che il polo logistico creerà nei prossimi anni. Un ‘annuncio per i grulli’ come direbbero in Toscana”.
In primo luogo, per Fusini “sarebbe opportuno interrogarsi su quanti posti questo polo brucerà nella nostra provincia”. Inoltre, “dovremmo anche chiederci quale qualità dei posti di lavoro vogliamo per i nostri figli. Ben documentati, dubitiamo infatti che con la qualità di quei posti i bergamaschi potranno condurre una vita felice e, soprattutto, come sostiene il sindaco di Cividate, guadagnarsi le risorse per comprarsi una casa”.
L’impatto ambientale
C’è poi la questione dell’impatto viabilistico e dell’inquinamento ambientale come rovescio della medaglia rispetto ai vantaggi che il nuovo polo Amazon porterà ai cittadini di Cividate e dei paesi contigui.
“Quello che il Comune introiterà dall’ennesimo ennesimo investimento di una multinazionale straniera sarà scaricato sui costi di sostegno del reddito e sui servizi sociali delle comunità, perché i guadagni dei grandi colossi non si fermano mai nei territori – conclude Fusini -. Il futuro lo stiamo scrivendo oggi per le generazioni che verranno. L’appello che ci deve accomunare tutti è quindi di alzare il nostro senso di responsabilità”.
Cgil: “Speriamo non finisca come a Casirate”
“Bene creare posti di lavoro, soprattutto in questo periodo così difficile, ma certo speriamo non finisca come a Casirate”, così Paola Redondi di NIDIL-CGIL e Pierluigi Costelli di FILT-CGIL di Bergamo commentano la notizia dell’apertura a Cividate al Piano di un nuovo centro Amazon.
“Il fatto che il nostro territorio riceva attenzioni da parte di importanti player nazionali ed internazionali è un fatto che non possiamo che vedere positivamente. Tuttavia si tratta di una situazione caratterizzata da luci e ombre – proseguono i due sindacalisti -Nel 2018 Amazon apriva il percorso di selezione per il polo di Casirate con le promessa di 400 posti di lavoro a tempo indeterminato da creare, anche in quel caso, in tre anni. Da allora, esattamente in questo arco di tempo, la società ha utilizzato più che ha potuto tutti gli strumenti di flessibilità disponibili. Dei 721 contratti firmati fra ottobre e dicembre 2018, all’apertura dell’allora nuovo centro di smistamento di Casirate d’Adda, tutti erano a tempo determinato, il 98% della durata di 6 mesi, il 23% inferiore a un mese”.
Lavoro precario e poche ore
“Ancora oggi, sui circa 500 addetti al lavoro a Casirate, 227 persone hanno contratti in somministrazione, tutti MOG, cioè con Monte ore Garantito, con la garanzia di svolgere un orario settimanale che può anche essere di sole 10 ore totali (e spesso è proprio così) – spiega Paola Redondi di NIDIL-CGIL – Questa situazione fa sì che molti lavoratori si rivolgano a noi raccontando di non essere disposti ad accettare una proroga del contratto perché le ore richieste e dunque la retribuzione non sono sufficienti. In parte questo è dovuto anche al fatto che l’elevatissimo turn-over ha esteso l’area di ricerca del personale e molti lavoratori affrontano costi importanti in termini di percorso casa-lavoro a fronte di un contratto di pochissime ore”.
Lunedì primo sciopero nazionale
In vista del primo sciopero di filiera Amazon a livello nazionale ed europeo, proclamato per lunedì prossimo, la CGIL di Bergamo si sta mobilitando in queste ore con un volantinaggio di fronte al parcheggio del centro di Casirate.
“Oltre al ricorso smodato a contratti di somministrazione e nonostante utilizzi un marketing accattivante e tecnologia avanzata, l’azienda mette in atto nei confronti dei lavoratori gli stessi metodi di sfruttamento e le stesse pressioni che si registrano nella stragrande maggioranza dei siti di logistica – aggiunge Pierluigi Costelli di FILT-CGIL di Bergamo – Cambi di mansione repentini e punitivi per chi non riesce a reggere i ritmi richiesti, reprimende verso chi decide di iscriversi al sindacato, continuo impiego in mansioni faticose proprio di quei lavoratori che hanno subito malattie e infortuni per i quali i medici dispongono limitazioni, al fine di indurli a licenziarsi. A tutto questo si aggiunge un atteggiamento della dirigenza nazionale Amazon apertamente ostile nei confronti del sindacato, vista l’indisponibilità sui tavoli nazionali alla sottoscrizione di accordi che garantiscano uguali livelli di retribuzione e garanzie in tutta la filiera, ma soprattutto che permettano la possibilità di controllare da parte delle RSA e delle OS i carichi di lavoro delle persone. Per queste ragioni è stato convocato lo sciopero nazionale di tutta la filiera, dei dipendenti diretti e dei dipendenti delle aziende che lavorano in appalto”.